Premio Rita Levi Montalcini 2017 a Benedetta Bodini, 39 anni compiuti da pochi giorni, attualmente ricercatrice a Parigi presso Institut du Cerveau et de la Moelle épinière, Icm – Hôpital Pitié Salpêtrière. Il riconoscimento le è stato consegnato oggi a Roma, nel corso delle celebrazioni della IX Giornata mondiale della sclerosi multipla, organizzate dall’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e dalla sua Fondazione. A Parigi, ha spiegato la ricercatrice, “utilizziamo la Pet per studiare i diversi meccanismi fisiopatologici che conducono alla neurodegenerazione, quindi alla morte dei neuroni che si pensa essere la base della progressione della sclerosi multipla. Noi pensiamo che questo sia un elemento fondamentale per poter, un giorno, trovare la cura”.
Il Premio Rita Levi Montalcini le è stato assegnato proprio per i risultati ottenuti con l’innovativa ricerca realizzata attraverso l’uso della Pet (tomografia a emissione di positroni). In particolare, Bodini ha studiato una metodica della medicina nucleare che offre l’opportunità di andare a misurare in modo diretto e mirato i principali meccanismi della fisiopatologia della Sm. Grazie alla Pet, è stato possibile studiare lo svolgimento di tre processi chiave implicati nella fisiopatologia della malattia e in particolare nella forma progressiva: sia quelli di mielinizzazione e rimielinizzazione, sia quelli legati all’attivazione microgliale e alla neurodegenerazione precoce nelle persone con Sm. Bodini, laureata alla Facoltà di Medicina della Sapienza di Roma nel 2007 aveva vinto una borsa di studio Fism, cominciando a occuparsi di sclerosi multipla, in particolare dello studio delle forme primariamente progressiva.
E’ poi approdata alla specializzazione in Neurologia e al dottorato a Londra nel 2013, quindi al post dottorato a Parigi nel 2015. Qui, per il Centro nazionale ricerca scientifica (Inserm), lavora nel gruppo condotto dal professor Bruno Stankoff e dalla professoressa Catherine Lubetzky. Bodini è co-autrice di 29 pubblicazioni sulla Sm (di cui 13 come primo autore), e ha ricevuto 14 tra premi e riconoscimenti scientifici. Nel corso dell’incontro di Roma per la Giornata mondiale e la Settimana nazionale dedicate alla malattia, è stato premiato anche il giovane biologo Alessandro Di Donna, per il miglior poster giovani ricercatori. Di Donna, classe 1982, lavora presso l’università della California di San Francisco con una borsa di studio della Fism. Il premio, istituito da Aism per incentivare la ricerca sulla malattia, oltre al riconoscimento in sé assegna anche 500 euro per le attività scientifiche e formative. “Abbiamo premiato questo poster – hanno detto i componenti della giuria – per l’approccio innovativo usato, per la capacità di studiare i meccanismi biologioici di base e di combinarli con un elevato potenziale traslzionale. Ma anche per la grande chiarezza espositiva e gli enormi progressi compiuti negli ultimi due anni”. (AdnKronos)