Ambiente, allarme oceani: sono preziosi, ma mai così minacciati

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Gli oceani, proprio quelli che ci permettono di sopravvivere, sono in pericolo e noi,  anziché proteggerli, li danneggiamo. Gli oceani “sono minacciati come mai prima d’ora“, afferma ieri, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres all’apertura della prima conferenza sugli oceani, di cui si celebra la giornata mondiale l’8 giugno. Lo slogan di quest’anno è “Our Ocean, Our Future” (il nostro oceano, il nostro futuro).

Tra i principali a peggiorarne la situazione, la plastica: secondo un recente studio citato da Guterres, ne è presente talmente tanta da poter addirittura superare (per peso) la quantità di pesce entro il 2050. Le minacce agli oceani e alla natura che li abita sono ben note: dall’inquinamento ai rifiuti, dal sovrasfruttamento della pesca, all’acidificazione provocata dal riscaldamento globale. Quel riscaldamento confermato dalla scienza e visibile da tutti in fenomeni estremi come lo sbiancamento delle barriere coralline.

Allora, se il responsabile dei danni e’ l’uomo, Guterres ha ammonito: “Dobbiamo mettere da parte i vantaggi nazionali a breve termine, per prevenire una catastrofe generale di lungo periodo”, soprattutto perché “preservare i nostri oceani”, che coprono due terzi del pianeta, “e usarli in modo sostenibile, vuol dire preservare la vita stessa. Insomma, basta egoismi. Gli stock di pesce sono al collasso, l’innalzamento dei mari si fa più minaccioso per le città costiere. Dunque, la risposta è agire. Si rincorrono nel mondo le iniziative di sensibilizzazione ad ogni livello. La conferenza Onu vuole dare impulso all’attuazione in particolare all’obiettivo 14 degli impegni dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. E a fine Conferenza ciascuno indicherà i propri impegni nel “Registry of Commitments”. L’Unesco – che nell’occasione ha diffuso un report – sollecita i Paesi del mondo a condividere le conoscenze per realizzare politiche comuni basate sulla scienza. Ma e’ soprattutto sui giovani (meta’ della popolazione mondiale ha meno di 25 anni) che si vuole far leva per salvare gli oceani ma anche il loro futuro. 

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