“E’ stato fatto un grandissimo lavoro, stanziati milioni milioni e milioni di euro, sia per la parte delle Asl, lo screening dei cittadini, che per aiutare e sostenere la Regione Veneto, quindi sinceramente non sono riuscita a comprendere il motivo di questa polemica, avendo condiviso con la regione Veneto e le istituzioni sanitarie, scientifiche e ambientali tutti i singoli passaggi per la protezione del cittadino fin dalla prima segnalazione del 10 maggio 2013”. Lo afferma il ministro della salute Beatrice Lorenzin, facendo il punto presso il ministero sulla vicenda Pfas.
“Come abbiamo gia’ detto – aggiunge Lorenzin – noi abbiamo trasmesso alla regione il 29 gennaio 2014 i limiti indicativi per Pfas e altri contaminanti della stessa famiglia, come determinati dall’Iss, invitandoli comunque a tendere a zero. E’ del 14 giugno 2017, poi, il decreto Salute-ambiente che prevede, oltre all’aggiornamento delle tabelle generali degli inquinanti, a cui si aggiungeranno gli Pfas a seguito della direttiva Europea da noi sollecitata e in arrivo a dicembre, che ogni singola regione possa adeguare o anche ridurre questi parametri in base alla peculiarita’ del suo territorio e degli inquinanti potenziali complessivi, attraverso la formulazione dei piani di sicurezza delle acque. Il decreto da’ anche indicazioni metodologiche per eseguirli in formato standard da parte di tutte le amministrazioni regionali e locali. E questo e’ stato un percorso totalmente condiviso di cui l’ISS e’ stato la fonte comune dei dati su cui entrambi, regione Veneto e Ministero, si sono finora basati”.
“Stiamo parlando di un inquinamento – conclude Lorenzin – che purtroppo si e’ protratto per anni, ora dobbiamo andare alla rimozione di questi inquinanti e nel frattempo L’Istituto superiore di Sanita’ e gli enti di ricerca stanno facendo gli studi per monitorare la popolazione sugli effetti e vedere come sostenerla”.