Sherlock Holmes: il suo metodo non era casuale, ma frutto di reali scoperte scientifiche

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Non solo intuito: dietro ogni storia di Sherlock Holmes, il celebre investigatore creato da Arthur Conan Doyl c’è della scienza ‘vera’. Il suo famoso metodo di deduzione e studio degli indizi infatti non sono casuali, bensì il frutto degli incontri che lo scrittore fece all’epoca con medici, fisici e tossicologi. Li ripercorre, in un articolo sulla rivista Nature, la scrittrice Maria Konnikova.

L’inseparabile compagno di Holmes, il medico John Watson, trae ispirazione da uno dei mentori di Conan Doyle, il chirurgo Joseph Bell, che conobbe nel suo tirocinio come oculista all’università di Edimburgo. Noto per l’accuratezza delle sue diagnosi e la capacità di osservazione, Bell spiegò al suo allievo “che allo studente bisogna insegnare ad osservare. Un paziente credera’ nell’abilita’ del medico, se vede che, con una sola occhiata, riesci a sapere molte cose del suo passato”. Un messaggio che il giovane Conan Doyle ricordò bene.

Holmes non è solo un diagnosta, ma anche un chimico, uno psicologo, un logico e un inventore. Tutti aspetti che riflettono la vita dello scrittore. Dopo aver rifiutato l’educazione gesuita, Conan Doyle abbracciò infatti le idee del Darwinismo e dell’empirismo. A Edimburgo ebbe modo di conoscere molti pensatori famosi, come il chirurgo Joseph Lister, che gli spiegò la teoria sui germi di Louis Pasteur, che si puo’ ritrovare ne “Uno studio in rosso”, dove Holmes dice di aver trovato un reagente che viene accelerato solo dall’emoglobina, anticipando il test della precipitina sul sangue, sviluppato nel 1900 dal batteriologo tedesco Paul Uhlenhuth.

Tra gli incontri di Conan Doyle, anche quello con il tossicologo Robert Christison, fonte di ispirazione per le nozioni di Holmes sui veleni, e Alphonse Bertillon, pioniere dell’antropometrica, al cui lavoro si devono le impronte digitali. Holmes ha esplorato anche la psicologia. Prima che il nome di Sigmund Freud diventasse famoso, rifletteva su impulsi e desideri nascosti. E adotto’ la meditazione basata sulla consapevolezza (mindfulness), ben prima che fosse cosi’ diffusa. Il suo approccio per risolvere i crimini si basa su contemplazione, occhi chiusi e dita raccolte.

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