Sviluppo sostenibile, Sachs ai giovani: “Agite, non c’è più tempo”

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L’economista americano Jeffrey Sachs lancia appello alla mobilitazione dei giovani per uno sviluppo sostenibile del Pianeta. Sachs è presente all’ottavo Forum internazionale su alimentazione e nutrizione organizzato dal Barilla Center for food and nutrition a Milano, tra i Sette Palazzi Celesti all’HangarBicocca.

“Siamo sull’orlo di un grave pericolo, non ci rimane più tempo”, ha detto l’economista che ha ispirato Papa Francesco rivolgendosi alla platea di studenti. “Ci troviamo veramente con le spalle al muro. E per rendere le cose più difficili vi abbiamo dato Donald Trump – ha detto con un pizzico di sarcasmo – Ma ricordatevi che gli Stati Uniti sono solo uno dei 193 Paesi membri dell’Onu. Per favore, non lasciate che Trump ci porti fuori strada. E’ pazzo, dobbiamo combatterlo, non dobbiamo farci fuorviare”.

Quello di Sachs è solo il primo di una serie di interventi al Forum Barilla che vedrà la partecipazione di esperti e opinion maker del calibro di Bob Geldof, attivista nella lotta alla fame nel mondo, Gunter Pauli, uno dei padri della blue economy, Guido Barilla e Carlin Petrini che si confronteranno sul ruolo del cibo e su ciò che questo rappresenta in termini di tutela della biodiversità e di sviluppo sostenibile.

Sachs ha sintetizzato in cinque punti le azioni da intraprendere “insieme e velocemente”: investire sulle energie rinnovabili, passare dall’industria del fast food a un’alimentazione sana, riprendere in mano lo sviluppo delle città, equità sociale, favorire l’innovazione e la creatività rivolta al bene comune e allo sviluppo sostenibile.

Siamo alla fine dell’era dei combustibili fossili, tutti gli investimenti – ha detto in riferimento al primo punto – devono essere rivolti verso energie alternative. Nel mio Paese ci sono lobby che spingono affinché gli Stati Uniti escano dagli accordi di Parigi”. Mentre in merito all’equità sociale ha parlato di una vera e propria guerra che “i ricchi hanno lanciato contro i poveri. Questa battaglia è in corso soprattutto negli Stati Uniti“.

“E’ facile cambiare? – si domanda l’economista statunitense – no, ma è possibile se alziamo la voce”. “Il mio messaggio per voi oggi è che tutto questo è importante – ha concluso – noi siamo in ritardo e non stiamo vincendo la battaglia ma uno sviluppo sostenibile non è solo un’idea, è fondamentale”.

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