Dall’impegno congiunto di Pepita Onlus, Vivavoce Institute e Studio Salem, con la partecipazione dell’avvocato Anna Livia Pennetta, nasce l’idea dell’incontro:
Bullismo, balbuzie e difficoltà a scuola: la normativa di riferimento, i dati e le parole giuste per comunicare il disagio dei giovani.
L’appuntamento gratuito e aperto a genitori, insegnanti, giornalisti, educatori e psicologi, è in programma lunedì 26 febbraio dalle 16 alle 20 nella Sala Audio A dell’Istituto Gonzaga di Milano con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Associazione Lasalliana Genitori.
Può la balbuzie essere tra le cause di #bullismo? L’importanza dell’autostima per uscire dal senso di inadeguatezza e smettere di essere bersaglio: quali riflessioni si agitano attorno alle “fatiche” che possono trasformarsi in una caratteristica debole e mettere un bambino/ragazzo nella posizione di vittima?
Di questo si parlerà con:
- Ivano Zoppi, Presidente Pepita Onlus, Responsabile operativo CO.NA.CY.
- Anna Livia Pennetta, Avvocato esperto in reati legati al bullismo e ai cybercrimini
- Valentina Letorio, neuropsicologa esperta in rieducazione della balbuzie Istituto Vivavoce
- Miolì Chiung, psicologa psicoterapeuta esperta in disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) – Studio Salem
Sullo sfondo anche l’applicazione della Legge 29 maggio 2017 n. 71 recante “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. “Il bullismo”, sottolinea l’avvocato Pennetta, assume espressioni sempre più tecnologiche come nel cyberbullismo provocando danni gravissimi alla vittima. Purtroppo l’atteggiamento nella valutazione di tali agiti è spesso superficiale, sì da provocare una semplificazione ed una banalizzazione dei comportamenti devianti, causando la mancata presa di consapevolezza del problema”.
Per Valentina Letorio, neuropsicologa del Vivavoce Institute “è necessario ripensare alla definizione della balbuzie per comprendere veramente tutto il mondo silenzioso che vi sta dietro: come si sente il balbuziente, cosa pensa, come può il bullismo amplificare i vissuti associati a questa fatica e cosa possono fare la famiglia, la scuola e i compagni per creare una rete e progettare una cultura nuova della balbuzie?”.
“Partendo dalla comprensione della balbuzie e dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento”, riprende la psicoterapeuta Miolì Chiung dello Studio Salem, ”guideremo i partecipanti alla conoscenza di un problema che impatta sulla capacità di espressione del soggetto alimentando episodi di bullismo e cyberbullismo. In realtà, imparando a conoscere i diversi fenomeni, si può favorire una diffusione della cultura del rispetto e del sostegno che passa attraverso la responsabilizzazione dei bambini/ragazzi”.
“È stato incredibile”, conclude Ivano Zoppi, educatore, fondatore e Presidente di Pepita Onlus, “constatare come queste difficoltà possano diventare nell’adolescente, già fragile e in una fase di costruzione nella parte più intima della sua identità, un ulteriore motivo per sentirsi minato nell’autostima e vittima facile di compagni bulli. C’è ancora molto da fare, insieme, per costruire reti educative più forti ed efficaci. Noi ci stiamo lavorando con l’aiuto degli insegnanti e dei #genitori digitali”.