Il numero complessivo di fratture femorali negli anziani italiani è aumentato in media del 5.5% in 8 anni dal 2007 al 2014, per un totale di 741.633 fratturati (568.203 donne e 173.430 uomini), con un incremento massimo registrato nel sesso maschile (+12.9% contro il 3.6% delle donne). L’aumento delle fratture è dovuto ormai ai soli ‘over 85′ che rappresentano il 43,75% (324.459 fratture) del totale delle fratture di femore. Le donne sopra gli 85 anni pesano per il 34,49% (255.763 episodi) del totale fratture femorali. E’ la fotografia scattata da uno studio italiano coordinato dall’Università Tor Vergata di Roma.
L’83% delle fratture femorali è a carico di pazienti di età pari o superiore a 75 anni, cioè in quella fascia di età caratterizzata da una documentata maggiore prevalenza di osteoporosi. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista ‘Archives of Osteoporosis’. “La lotta all’osteoporosi è diventata maggiorenne: da 18 anni siamo infatti impegnati come comunità scientifica e in prima persona in campagne promosse per la prevenzione delle complicanze fratturative dell’osteoporosi in maniera sempre più coordinata ed efficace”, spiega Umberto Tarantino, clinico ortopedico del Policlinico di Tor Vergata a Roma, coordinatore della ricerca.
“Abbiamo analizzato, col gruppo di Tarantino e Iolascon di Napoli, i dati nazionali e regionali relativi ai ricoveri ospedalieri per frattura femorale negli anziani dal 2007 al 2014, aggiornando le ultime stime delle nostre passate pubblicazioni, che pure avevano già documentato un iniziale trend in riduzione limitato alle donne tra i 65 e i 74 anni di età a partire dall’anno 2000”, afferma Prisco Piscitelli, epidemiologo e ricercatore dell’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo tra gli autori della ricerca.
“Oltre al massimo incremento, registrato a sorpresa nel sesso maschile, i dati di quest’ultima ricerca ci forniscono delle interessanti novità – prosegue Piscitelli – L’aumento del numero complessivo delle fratture femorali si deve solo agli ultra-ottantacinquenni, ma il tasso d’incidenza standardizzato ogni 10.000 abitanti si riduce in tutte le fasce di età: -13% tra i 65 e 74 anni di età; -14% tra i 75 e 84 anni e addirittura anche sopra gli 85 anni anche se con notevoli differenze tra donne (-10.72%) e uomini (solo -1.96%) in questo ultimo sottogruppo”.
“L’aver documentato paradossalmente un incremento di fratture negli ‘over 85’ e al contempo una riduzione del tasso standardizzato anche in questo sottogruppo è spiegabile perché il numero di persone che appartengono a questa fascia di età aumentano in modo molto più imponente e rapido rispetto al numero di fratture, che pure sono in aumento”, chiarisce l’epidemiologo.
Altro dato interessante, secondo i ricercatori è il confronto tra le diverse regioni italiane che emerge dallo studio: “il trend di riduzione delle fratture femorali è documentato in tutte le regioni tra i 65 e i 79 anni di età, ma solo in 16 regioni su 20 tra gli 80 e gli 84 anni: fanno eccezione la Lombardia (+ 29% in cui si passa dalle 4312 del 2007 alle 5562 fratture del 2014) per la quale la mancata riduzione del trend è dovuta verosimilmente a un numero di ultra-ottantenni ampiamente superiore alle altre regioni, la Calabria (+ 43% in cui si passa da 723 a 1036 fratture), la Campania (+ 43.5% da 1535 a 2204 fratture) e la Puglia (+ 28% da 1503 nel 2007 a 1937 nel 2014)”.