C’è anche la giovane ricercatrice Alessia Castellino, tra gli 11 italiani che saranno insigniti del “Merit Award”, assegnato nel corso del meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), in corso a Chicago fino al 5 giugno.
La ricerca di Alessia Castellino, che ha ottenuto questo riconoscimento di prestigio internazionale, è frutto di due studi clinici sui linfomi a grandi cellule, condotti in collaborazione con la Fondazione Italiana Linfomi e la Mayo Clinic di Rochester (Minnesota).
La dottoressa Castellino, trentenne, lavora a Torino, nel reparto di Ematologia dell’Ospedale Città della Salute e della Scienza, dove si occupa principalmente di linfomi. Attualmente sta conducendo un periodo di ricerca presso la clinica americana, grazie a una borsa di studio. Il premio ASCO le è stato assegnato per uno studio che ha l’obiettivo di valutare le tossicità e l’efficacia a lungo termine di una terapia che combina la chemio-immunoterapia standard e un nuovo farmaco biologico, terapia applicabile nella cura dei linfomi a grandi cellule B di nuova diagnosi.
La ricerca della Castellino nasce anche grazie alla collaborazione con FIL · Fondazione Italiana Linfomi, la onlus nata nel 2010 per sviluppare progetti di ricerca scientifica no profit e indipendenti per la cura dei linfomi. In meno di 10 anni di attività, la Fondazione ha condotto oltre 50 studi clinici, coinvolgendo circa 150 centri in tutta Italia, collaborando con organismi internazionali con gli stessi
obiettivi di ricerca. La mission è migliorare diagnosi, terapie e qualità di vita dei pazienti, creando una base scientifica, organizzativa e legale comune e condivisa tra tutti i centri impegnati nella ricerca contro i linfomi.
I linfomi sono patologie che in Italia colpiscono ogni anno circa 15.000 nuovi pazienti, che significa 40 nuovi casi al giorno, quasi 2 ogni ora. Il linfoma è la patologia onco-ematologica più diffusa in tutte le fasce d’età. Negli ultimi 20 anni la ricerca ha fatto grandi passi avanti, ma c’è ancora molto da fare: oggi guarisce circa l’80% dei Linfomi di Hodgkin e circa il 60% dei Non Hodgkin. Solo grazie al sostegno di cittadini, aziende e istituzioni è possibile sviluppare nuovi studi clinici e raggiungere risultati promettenti.