Ricerca, ‘Clic1’: la proteina che mette il turbo alle staminali tumorali

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Si chiama Clic1 ed è una proteina che ha attirato l’attenzione di un team di scienziati italiani. Studiandola, gli esperti dell’università Statale di Milano hanno scoperto che ha il potere di accelerare il ciclo cellulare nelle staminali tumorali. In altre parole, mette loro il turbo.

Un ruolo che la candida a diventare un possibile bersaglio terapeutico per uno dei più diffusi e aggressivi tumori cerebrali, il glioblastoma, malattia alla quale ha dovuto arrendersi anche il senatore Usa John McCain, morto a fine agosto. Ricercatori da tutto il mondo lavorano sulla neoplasia e le prospettive più promettenti per l’individuazione di terapie guardano ai progressi della medicina molecolare e in particolare allo studio delle cellule staminali tumorali, ovvero quella parte di cellule responsabili dell’insorgenza, della crescita e della recidiva del tumore.

In questo quadro, si colloca la ricerca coordinata da Michele Mazzanti e condotta con il suo gruppo al Dipartimento di bioscienze dell’università Statale di Milano, in collaborazione con il Laboratorio di Tullio Florio del Dipartimento di medicina interna dell’università di Genova. Gli esperti sono arrivati in alcuni casi – negli esperimenti in vitro – a un blocco totale dell’accrescimento della massa tumorale.

Il team si era già occupato della caratterizzazione elettrofisiologica della proteina Clic1 nelle cellule staminali tumorali. Lo studio pubblicato su ‘Molecular Cancer Therapeutics’ ne ha descritto alcune nuove specifiche funzioni, fondamentali nella fisiologia delle cellule di glioblastoma e quindi nello sviluppo del tumore.

Clic1, spiegano gli esperti, è presente normalmente nel citoplasma e in particolari condizioni patologiche trasloca nella membrana cellulare dove funziona da canale ionico. Nel nuovo lavoro i ricercatori hanno dimostrato che l’inibizione farmacologica della permeabilità della membrana cellulare alla proteina Clic1 determina un notevole effetto anti-proliferativo sulle cellule tumorali.

Gli scienziati si sono concentrati su due diversi aspetti dei meccanismi molecolari coinvolti nello sviluppo tumorale, “entrambi di rilievo”, spiegano. In primo luogo questa particolare permeabilità è accentuata nelle cellule tumorali mentre è praticamente assente sulla membrana plasmatica di cellule staminali sane e nelle cellule somatiche. Questo rende Clic1 un potenziale obiettivo in un’eventuale terapia farmacologica. La seconda caratteristica, non meno importante, riguarda il fatto che la proteina/canale è preferenzialmente espressa nelle cellule staminali tumorali, ritenute le maggiori responsabili dei processi recidivi.

Questi due aspetti sono fondamentali nella fisiologia delle cellule di glioblastoma. Bloccando, infatti, direttamente il flusso di cloro promosso dalla proteina di membrana o, alternativamente, riducendo l’espressione totale della proteina, si provoca un sensibile rallentamento dei tempi di duplicazione, arrivando appunto in alcuni esperimenti in vitro condotti dagli scienziati a fermare la crescita della massa tumorale. “I risultati del nostro studio – commenta Michele Mazzanti, professore ordinario di Fisiologia al Dipartimento di bioscienze dell’università Statale di Milano – per quanto ottenuti su colture di cellule umane, e quindi ancora distanti dalla possibile sperimentazione clinica su pazienti, aprono prospettive decisamente significative. Le caratteristiche uniche della proteina Clic1 presente nelle staminali tumorali la rendono un obiettivo specifico e selettivo, che permetterebbe tra l’altro di minimizzare gli effetti collaterali in un’eventuale terapia farmacologica antitumorale”.

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