“Non abbiamo mai escluso che un’esplosione di questo genere si potesse verificare. Abbiamo presentato alla Protezione Civile uno studio statistico in cui si vede che la probabilità di accadimento entro due mesi, di due eventi parossistici, (il primo c’è stato il 3 luglio e ora questo) ha una percentuale abbastanza elevata”. Ad affermarlo all’Adnkronos è Eugenio Privitera, direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), in merito all’eruzione dello Stromboli. Anche se non è possibile prevedere quando avvenga l’eruzione di un vulcano e l’entità dell’evento, però rispetto a un terremoto, spiega l’esperto, “siamo un passo avanti perché sappiamo dove avvengono gli eventi”.
“Stromboli continua a restare un vulcano sempre in attività a livelli medio alti, quindi – sostiene Privitera – è ancora in una situazione di disequilibrio, quindi tutti gli scenari possibili sono aperti: si possono verificare altre esplosioni di forte energia, altre colate laviche, mentre è molto meno probabile un terremoto, sarebbe un evento eccezionale. Il vulcano comunque è monitorato 24 ore su 24″.
“Il nostro ruolo – aggiunge il direttore dell’Osservatorio Etneo – è quello di svolgere il monitoraggio, la sorveglianza con aggiornamenti tempestivi di quello che succede e poi fare degli scenari sulla base della pericolosità vulcanica”. Quanto a possibili relazioni dell’attività di Stromboli con l’Etna Privitera esclude questa possibilità. “Sono due vulcani sempre in attività, il fatto che ci possa essere una coincidenza temporale è altamente probabile ma non c’è nessun tipo di relazione, sono due vulcani che appartengono a due ambienti geodinamici diversi”.