Maltempo, Coldiretti: In Italia quinto anno più caldo di sempre

Il Maltempo che colpisce duramente l’Italia a novembre arriva in un 2019 bollente che si classifica al quinto posto tra i più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,83 gradi rispetto alla media
MeteoWeb

Il Maltempo che colpisce duramente l’Italia a novembre arriva in un 2019 bollente che si classifica al quinto posto tra i più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,83 gradi rispetto alla media. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione della nuova allerta della protezione civile, sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi dieci mesi dell’anno.

“L’anomalia – sottolinea la Coldiretti – si fa sentire anche in Europa dove le temperature sono state di 1,75 gradi superiori alla media storica del periodo e classificano il 2019 al terzo posto tra i più caldi del vecchio continente mentre a livello globale l’anno in corso si classifica fino ad ora come il secondo più caldo di sempre sul pianeta facendo registrare una temperatura media nei primi dieci mesi sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,94 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo”.

“L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – continua la Coldiretti – con una marcata tendenza al surriscaldamento e con la più elevata frequenza di fenomeni estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal Maltempo alla siccità. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione”. “L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con perdite dovute al Maltempo di novembre stimate in oltre cento milioni di euro secondo il primo bilancio stilato dalla Coldiretti che chiede di verificare le condizioni per dichiarare lo stato di calamità nelle zone più colpite”.

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