Coronavirus, botta e risposta tra Burioni e il presidente della Toscana: in Italia in arrivo 2500 cinesi, saranno isolati in quarantena?

Botta e risposta tra il virologo Burioni e il Presidente della Toscana Rossi in merito alla richiesta di quarantena dei cinesi (circa 2500) in arrivo in Italia
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Il presidente della Regione Toscana, “che secondo me sottovaluta il rischio Coronavirus, afferma che chi lo critica o è male informato o è fascioleghista. Lo stesso presidente che nella sua regione offre l’omeopatia all’interno del sistema sanitario nazionale. Complimenti davvero”. Così, sui suoi profili social, il virologo Roberto Burioni replica al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Da stamattina va avanti sui social il botta e risposta fra il virologo e il governatore, che discutono a distanza sulla gestione delle migliaia di rientri di cinesi in questi giorni in Toscana.

Rossi a Burioni: “Non esiste misura che impone la quarantena a casa”

“Ad oggi non esiste in Italia una misura coercitiva che impone la quarantena a domicilio: esiste invece un’indicazione delle autorità cinesi e del nostro ministero sull’isolamento domiciliare volontario che è in effetti attuato da gran parte della comunità cinese residente in Toscana”, sottolinea Rossi su twitter, rispondendo alla precedente replica di Burioni. “Ad oggi risultano sotto sorveglianza attiva 1.200 persone; la gran parte degli altri sono bloccati nel Paese d’origine a causa delle misure adottate dal governo cinese, misure che verosimilmente saranno rimosse al termine dell’emergenza. Tutto questo sarebbe potuto esserle noto se avesse voluto informarsi per tempo”, conclude Rossi.

“Penso che il prof. Burioni fosse male informato. Peccato, bastava che prima di attaccare chiedesse come stavamo le cose. Confermo che noi siamo la prima regione nella prevenzione contro il coronavirus”, ribadisce Rossi.

L’Ausl Toscana scrive a Borrelli: “Chiarimenti sulla quarantena”

L’Ausl Toscana centro scrive al commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Francesco Borrelli sulla gestione dei rientri di migliaia di cinesi in Toscana e sulle misure da adottare. L’autoisolamento spontaneo a casa, con sorveglianza sanitaria, ha sollevato un vespaio di polemiche. “Riteniamo di aver messo in essere quanto previsto dalle vostre disposizioni e da quelle del ministero della Salute – sottolinea il direttore generale della Ausl Toscana centro, Paolo Morello Marchese – A seguito di ripetute comunicazioni a mezzo stampa e social sulla necessità di ‘obbligare’ in isolamento tutta la popolazione di rientro dalla Cina, cinese e non, si chiede al commissario delucidazioni in merito a quanto riportato”

Nella lettera inviata al commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, il Dg evidenzia che l’Ausl Toscana centro “ha attivato tempestivamente, in base alle circolari del ministero della Salute, l’Unità sanitaria di crisi direttamente collegato con la task force della Regione Toscana”.

Le azioni messe in essere dalla Ausl Toscana Centro sono state: “Disposizioni generali per tutti gli operatori sanitari dell’azienda, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, in particolare le procedure per le centrali operative 118 ed emergenza sanitaria territoriale, disposizioni inerenti ricovero ospedaliero dei casi sospetti, disposizione per l’uso dei dispositivi di protezione individuale in emergenza sanitaria territoriale e pronto soccorso, indicazioni per la medicina generale e pediatri di famiglia, raccomandazioni per il monitoraggio autogestito a domicilio con schede informative in inglese, italiano e cinese, raccomandazioni in caso di isolamento fiduciario”.

1.300 persone in isolamento a casa

“Sono, ad oggi, sotto monitoraggio giornaliero relativamente alla condizioni cliniche circa 1.300 persone che stanno stazionando volontariamente presso il proprio domicilio“. Lo scrive il direttore generale della Ausl Toscana centro, Paolo Morello Marchese, nella lettera inviata al commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Francesco Borrelli sulla gestione dei rientri di migliaia di cinesi in Toscana e sulle misure adottate. “In questi giorni si sta completando il rientro dal capodanno cinese di un numero imprecisato di cittadini (il Consolato Generale Cinese di Firenze ritiene che possa trattarsi di circa 2.500 persone) – ha aggiunto il direttore generale – Non potendo procedere alla identificazione puntuale di ciascuna persona, la Regione Toscana ha predisposto, in accordo con il consolato generale cinese in Firenze, un ambulatorio rivolto a soggetti che rispondono al criterio epidemiologico sopra descritto e che presentano blandi sintomi clinici simil infuenzali (rinite, tosse e lieve stato febbrile), a cui si accede, da parte di persone che sono di rientro dalla Cina, tramite numero telefonico del Cup dedicato e provvisto di supporto in lingua cinese. Attraverso la prenotazione viene dato un appuntamento”. “Durante la visita viene compilata la scheda anagrafica, anamnestica, misurazione della temperatura e tampone orofaringeo. Tale prelievo viene inviato al laboratorio di microbiologia e virologia del Careggi”, conclude la lettera.

“La quarantena dei guariti è esagerata, l’Italia non cambia”

“Mi sembra un po’ esagerato” suggerire alle persone guarite dopo avere contratto l’infezione da nuovo coronavirus di seguire un periodo di quarantena di 14 giorni dopo le dimissioni dall’ospedale, così come indicato dal nuovo Piano di diagnosi e trattamento di Covid-19 diffuso dalla National Health Commission con la National Administration of Traditional Chinese Medicine. Lo dichiara all’AdnKronos Salute Gianni Rezza, direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “Non credo che in Italia questa misura debba essere adottata”, ritiene l’esperto. “Se il paziente fa un paio di test e risulta negativo dovrebbe essere sufficiente“, dice Rezza, osservando che il suggerimento delle autorità sanitarie di Pechino è probabilmente legato al contesto locale. Per l’Italia cambierà qualcosa? “No – risponde lo specialista Iss – a meno che gli esperti cinesi non abbiano elementi di evidenza scientifica a supporto” di questa nuova indicazione.

“Sono stati fatti enormi progressi”

Un responsabile regionale dell’Oms ha sottolineato gli “enormi progressi” fatti recentemente nel contrasto al coronavirus dalla sua comparsa in Cina a dicembre ma ha avvertito che è “ancora troppo presto” per abbassare la guardia. “Abbiamo fatto enormi progressi in poco tempo”, ha detto Richard Brennan, Direttore per le misure d’urgenza nel Mediterraneo orientale in un conferenza stampa al Cairo.

Tuttavia “è ancora troppo presto per dire che il virus sia stato arginato“, ha avvertito Brennan. “Ora si arriva a diagnosticare il virus dappertutto” e sono stati attivati “sistemi sanitari efficaci“, ha sostenuto comunque Ahmed al-Mandhari, direttore regionale per il mediterraneo orientale dell’Organizzazione mondiale della Sanita’ (Oms).

 

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