Coronavirus, caos a Roma per un allarme contagio: a Milano in metro con la mascherina

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Mentre l’Italia cerca di circoscrivere il focolaio di coronavirus, l’allerta resta alta. Falso allarme alla stazione Termini di Roma per un sospetto caso di contagio da coronavirus a bordo di un treno diretto a Reggio Calabria. E’ accaduto nel pomeriggio, poco dopo le 17. In realtà il panico è stato causato da un equivoco, frutto, a quanto apprende l’Adnkronos, di una conversazione male interpretata tra viaggiatori. Dopo gli accertamenti si è chiarito che si trattava solo di un falso allarme e il treno è ripartito. A causa del falso allarme è arrivata anche un’ambulanza alla stazione.

Milano si dota di mascherine. Da indossare per viaggiare in metro, ma anche per camminare in strada protetti dalla nuova minaccia infettivologica: il coronavirus Sars-CoV-2. A Milano se ne vedono sempre di più. Il Coronavirus non è più un nemico lontano migliaia di chilometri. “E’ dietro l’angolo”, dice un ragazzo con la bocca coperta da una mascherina del tipo più diffuso – rigida e senza valvola – al suo compagno di viaggio, che invece ha scelto di uscire senza protezione.

Un altro viaggiatore è fermo alla macchinetta che dispensa bevande a una fermata della linea 3: con la mascherina sì, ma inutilmente abbassata fin sotto il mento. E’ un trend trasversale quello di andare in giro per la città ‘a bocca coperta’. A indossare mascherine sono anziani e ragazze giovanissime, donne con l’accento straniero e 30-40enni italiani con la valigetta da lavoro. Pensionati, ma anche impiegati d’ufficio rigorosamente in giacca-cravatta, e mascherina.

Non si rinuncia alla corsa in tram o in metropolitana, sebbene i vagoni oggi sembrassero meno affollati del solito, ma la preoccupazione si esorcizza così. Chi non ha provveduto all’acquisto ‘salva-polmoni’ si sente quasi in difetto. La soluzione? Sciarpa tirata su fino al naso e massima distanza possibile dai compagni di viaggio.

Si lucra sull’emergenza. La procura di Milano ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di “manovre speculative su generi di prima necessità” in relazione alla vendita di alcuni prodotti a prezzi ben oltre quelli di mercato, in particolare sui siti online nel pieno dell’emergenza Coronavirus. In particolare l’attenzione si concentra su mascherine e gel disinfettanti che vanno letteralmente a ruba. Si tratta di un fascicolo a carico di ignoti a firma dei procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco. I controlli sono affidati alla Guardia di finanza.

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