“A Bergamo ogni famiglia piangerà i suoi cari. Non sono io a dirlo, sono i numeri”. Così Fabiano Di Marco, primario di pneumologia all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sul Corriere della sera ricorda che tutto è precipitato da domenica primo marzo. Le parole del primario trovano riscontro in quelle dell’infettivologo Marco Rizzi, sempre del Giovanni XXIII, sul Fatto quotidiano: “Qui a Bergamo siamo quasi tutti contagiati e i deceduti in casa li scopriremo fra giorni“, facendo presente che “i dati ufficiali sono solo la punta dell’iceberg”.
“Precipita tutto domenica primo marzo. Al mattino presto entro al Pronto soccorso – dice Di Marco – non dimenticherò mai. La guerra. Non trovo altra definizione. Pazienti ovunque con polmoniti gravi, che rantolavano. Sulle barelle, nei corridoi. Mentre l’Italia voleva riaprire le sue città, in 24 ore abbiamo consumato 5.000 mascherine filtranti. E martedì scorso i pazienti Covid-19 hanno superato quelli con altre patologie”.
“La maggior parte delle persone nella nostra zona è contagiata – osserva Rizzi – il serbatoio di persone infettabili è finito. Non abbiamo screening di casi sommersi, ma sappiamo che molti muoiono in casa e nelle residenze sanitarie assistenziali. Poi ci sono gli altri morti: le emergenze e le urgenze prima venivano gestite in pochi minuti, adesso i tempi sono molto più lunghi”.