Non uno ma più farmaci sono in corso di sperimentazione al Policlinico di Milano per la cura del coronavirus, tra questi l’ormai noto Tocilizumab, un anti artrite, e il Favipiravir, un antivirale utilizzato in Giappone per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali.
Lo ha reso noto, Andrea Gori, Direttore delle malattie infettive del Policlinico di Milano, intervistato dall’AGI, che mette subito in chiaro una cosa: ci vorrà del tempo per avere una risposta scientifica, “forse un mese“, non prima.
Cosa è cambiato dunque nella cura dei pazienti Covid-19? Di base “stiamo utilizzando il protocollo condiviso che continuiamo a usare – spiega – . Ma in questi giorni ci sono numerosi nuovi farmaci per i quali stiamo iniziando le sperimentazioni, su un centinaio di pazienti. Tra questi quello utilizzato in larga parte, il Tocilizumab inibitore dell’Interleuchina 6, e il Favipiravir, che è quello giapponese. Anche in questo caso c’è un trial in corso”.
Dunque, “abbiamo a disposizione una serie di farmaci – rimarca il professor Gori -. Li stiamo già utilizzando ma all’interno di protocolli e studi clinici, per cui avremo delle risposte velocemente, ma non in 10 giorni, diciamo che fra un mese potremmo avere dei dati abbastanza buoni“. Dopo questo sprazzo di luce che infonde un cauto ottimismo il Direttore delle malattie infettive del Policlinico di Milano ci riporta subito con i piedi per terra: “spessissimo in questi giorni compaiono sul web fantomatici farmaci nuovi, vaccini, sperimentazioni. Questi farmaci miracolosi non esistono. Al contrario esistono farmaci che devono dimostrare la loro reale efficacia. Dobbiamo testarli in maniera scientifica per capire quanto sono efficaci, sicuri dal punto di vista della tollerabilità, e qual è il loro impiego migliore. Questo richiede studi rigorosi. Diffidate davvero dalle notizie dell’ultimo minuto – è l’appello – , la gente spera in qualcosa di miracoloso ma questo qualcosa di miracoloso non arriverà o meglio, arriverà secondo i tempi della scienza”.
“Stiamo cercando di fare le cose il più velocemente possibile – rassicura Gori –, di collaborare tra i vari centri, di sfruttare al meglio le diverse potenzialità di tutti gli istituti di ricerca per riuscire ad avere una risposta chiara, nei tempi piu’ veloci che possono esserci”.