“L’Inghilterra è stata tra le prime a trattare gli italiani da untori. Oggi il virus però viaggia e le cose sono cambiate, quindi il rovesciamento di giudizio è stato radicale. Ora sono costretti a tornare sui loro passi e seguire l’esempio italiano”. A dirlo all’Adnkronos è il giornalista Antonio Caprarica, che analizza gli sviluppi del Coronavirus alla luce della sua lunga esperienza nel Regno Unito.
“Diciamoci la verità –dice Caprarica– non è che noi godiamo in giro per il mondo fama di grandi organizzatori: siamo ritenuti creativi, geniali nelle emergenze ma di solito il primo giudizio che danno su di noi è ‘gli italiani hanno ancora una volta sbagliato misure’“. E’ dunque drammatico “vedere come davanti al caso italiano che avrebbe dovuto essere un caso di scuola per il resto d’Europa, il resto d’Europa ha preferito mettersi il prosciutto sugli occhi e farsi trovare impreparata all’arrivo del virus”, osserva il giornalista.
“Gli sviluppi drammatici del Regno Unito, che hanno toccato i più alti vertici istituzionali del Paese, dal premier Johnson al principe Carlo fino a lambire l’augusta persona di Sua Maestà, visto che oggi anche il suo valletto è risultato positivo -dice Caprarica- hanno rovesciato molte certezze dell’inizio che erano parse un po’ troppo strafottenti”.
Quello che colpisce ora, quindi, “è il cambio di passo dello stesso Johnson, un signore che ha conquistato il potere a suon di ‘addio Europa, facciamo da soli’, e che ha dovuto ripiegare in un repentino rovesciamento di approccio, idea e strategia”. D’altronde, “gli inglesi sanno perfettamente che il servizio sanitario italiano è un servizio sanitario complessivamente eccellente, mentre quello inglese non è in grado di reggere il paragone in una situazione emergenziale di questo tipo”.
“La dolorosa lezione che si può trarre dalla gestione dell’emergenza Coronavirus nel Regno Unito è la dimostrazione che perfino i più ostinati portabandiera del sovranismo e dell’isolamento sono stati costretti ad ammettere che entrambi non servono a niente -è l’osservazione del giornalista- ancora meno di fronte alla pandemia. Il caso inglese è un caso di scuola di come atteggiamenti separatisti e isolazionisti non producano alcun risultato concreto”.