Coronavirus: l’epidemia in Toscana si studia come in Guandong

L'andamento dell'epidemia di coronavirus in Toscana e' per ora simile a quello registrato nella provincia cinese del Guandong, meno aggressivo rispetto a quello accertato nella citta' di Wuhan
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L’andamento dell’epidemia di coronavirus in Toscana e’ per ora simile a quello registrato nella provincia cinese del Guandong, meno aggressivo rispetto a quello accertato nella citta’ di Wuhan. A spiegarlo e’ Fabio Voller, coordinatore del centro di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanita’ della Toscana.

Nella regione, afferma, il numero dei nuovi contagi giornalieri “piano piano dovrebbe scendere per esaurirsi con i primi dieci giorni di aprile, quando dovremmo cominciare a contare pochi casi al giorno”, arrivando a un totale di 3.700-4.000 casi complessivi.

Si tratta di una previsione che ricalca la linea epidemica della zona della Cina del Guandong – afferma Voller – che assomiglia molto a quella toscana, a basso impatto dell’epidemia, a differenza di quella della zona dell’Hubei che ha caratterizzato l’area lombarda”.

Il calo dell’incremento dei nuovi casi registrato da alcuni giorni si attesta intorno al 3% giornaliero. Ma “occorre aspettare due o tre giorni per vedere se si consolida – mette in guardia Voller -, si tratta di applicazioni di modelli che pero’ sono basate su presupposti deboli, perche’ del virus sappiamo ancora poco, non possiamo basarci sul passato“.

Secondo l’epidemiologo dell’Ars, il picco dei ricoveri in terapia intensiva arrivera’ alla fine di marzo, quando e’ ragionevole aspettarsi l’aggravamento di alcuni dei casi risalenti al 20 del mese: “Gli aggravamenti sono piu’ veloci delle guarigioni – spiega – se i numeri fossero questi il sistema pur affaticato non dovrebbe andare in crisi, ma incrociamo le ditta perche’ si tratta di modelli non verificati”. Secondo i dati in possesso dell’Ars, la provincia toscana piu’ colpita e’ quella di Massa Carrara, con 15 positivi ogni 10mila abitanti.

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