Coronavirus, l’Iss: “Assistere le persone a casa prima che arrivino in ospedale, si pensa a un’app traccia-asintomatici”

"Oggi la sfida però è che le persone vengano assistite a domicilio, o se non è possibile in strutture alberghiere e protette, prima di arrivare in ospedale"
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“Nel nostro Paese i servizi territoriali non sono completamente assenti e abbiamo un impegno forte dei medici di famiglia. La cura delle persone sul territorio va potenziata e credo che l’eredità che ci lascerà questa epidemia sarà l’importanza di potenziare questi servizi. Oggi la sfida però è che le persone vengano assistite a domicilio, o se non è possibile in strutture alberghiere e protette, prima di arrivare in ospedale“. Lo ha affermato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss ospite di ‘Mezz’ora in più’ su RaiTre.

Tracciare gli asintomatici sul territorio, con una App, potrebbe essere utile anche se esiste un “problema di fattibilita’ nell’esecuzione dei test. Lo dice all’AGI Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanita’, che dopo la nuova ‘stretta’ decisa dal governo sostiene la necessita’ di “fare di piu'” prevedendo l’isolamento anche nei nuclei familiari e ribadendo che e’ impossibile prevedere se e quando ci sara’ “un picco unico nazionale” del coronavirus.

E’ d’accordo con le nuove misure restrittive annunciate dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte? “In linea di massima sono sempre d’accordo – risponde Rezza – ma bisognerebbe fare di piu’ in termini di controllo del territorio, intendo nella rapidita’ della diagnosi e nell’isolamento. Il distanziamento sociale va bene ma bisognerebbe inventarsi qualcosa di piu’ efficace per isolare le persone”.

Anche nelle famiglie? “Si’, ho paura che servirebbe anche la’, nei nuclei familiari – sostiene – per questo non si vedono effetti a breve termine, ma e’ difficile… Per questo dobbiamo aspettare i risultati sul lungo periodo”. La nascita di una App per tracciare gli asintomatici potrebbe essere utile? “Avere una diagnosi rapidi per i sintomatici, rintracciare gli asintomatici e sottoporli al test – dice Rezza all’AGI – puo’ essere importante. Anche se – osserva – c’e’ un problema di fattibilita’ nel senso della capacita’ di fare tanti test, questo e’ il problema”.

In relazione all’andamento del Covid-19 che ogni giorno registra record in negativo, non e’ possibile prevedere un picco? “Non c’e’ nessun picco prevedibile, c’e’ stato a Codogno e ci sara’ forse a Bergamo e a Brescia, prima o poi, ma e’ difficile dire un picco unico a livello nazionale”. Quindi, conclude l’esperto, “non ci resta che continuare cosi’ con azioni di contenimento”. 

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