Massima attenzione di tutte le regioni italiane nella lotta al coronavirus. Da Nord a Sud si lavora su isolamento e rinforzo delle strutture sanitarie. A oggi sono 306 i tamponi effettuati in Friuli Venezia Giulia, 48 dei quali tuttora in corso, 193 le persone attualmente in contumacia domiciliare di cui 23 a Pordenone, 33 a Trieste, 48 a Gorizia e 92 a Udine. I casi risultati positivi sono 13 ai quali si aggiunge un ulteriore caso dubbio per il quale sono in corso ulteriori approfondimenti.
Dodici sono infine le persone poste in quarantena domiciliare: un solo soggetto è stato ricoverato, ma le sue condizioni, al momento, non destano preoccupazione. E’ il contenuto dell’aggiornamento fornito oggi in Consiglio regionale dal vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute e alla Protezione civile, Riccardo Riccardi che ha informato l’Aula sulla situazione legata alla diffusione del virus e sulle azioni avviate dall’Amministrazione regionale per prevenire e contenere il contagio del Covid-19.
Riccardi ha ricordato che la Regione ha avviato un percorso finalizzato alla prevenzione e al contenimento del contagio alcuni giorni prima della diffusione epidemiologica registrata in Lombardia e Veneto, con una prima riunione svolta a Roma il 25 gennaio scorso tra i dipartimenti di prevenzione.
Il 27 gennaio scorso segna l’attivazione del 112 uale numero di riferimento per la comunità regionale, presidio subito rafforzato dalla presenza di infermieri professionali che dalle 8 alle 20 hanno filtrato telefonate con un pre triage capace di prendere in carico la persona e indirizzarla ai medici di medicina generale e, se necessario, agli infettivologi. Sono state quindi adottate le procedure di controllo presso l’aeroporto (13.500 i passeggeri monitorati per un totale di 212 giornate di lavoro) e i porti regionali e avviata un’opera di informazione capillare sul territorio destinata alla cittadinanza con distribuzione di materiale e attivazione del numero verde, agli ordini dei medici di medicina generale, ai pediatri e presso le farmacie. A tutti gli operatori è fornito il kit con i dispositivi di protezione individuale.
È stato quindi ulteriormente potenziato il 112 che è passato dalle ordinarie 1.500 chiamate al giorno alle oltre 3.300 di domenica 24 febbraio (il numero verde nello stesso giorno ha ricevuto oltre mille chiamate). Personale infermieristico è stato dedicato alle risposte legate all’emergenza coronavirus, consentendo così di non rallentare le chiamate di tipo ordinario senza criticità.
Le strutture sanitarie sono pronte ad aumentare, se necessario, il numero di posti letto dedicati alla terapia intensiva che, in tre distinte fasi, da 88, di cui 7 in isolamento, possono estendersi fino a 101 di cui 44 in isolamento. Encomiabile secondo la Regione è stato infine il lavoro svolto dagli operatori del Servizio sanitario, della Protezione civile, dei volontari e delle forze dell’ordine, che si sono adoperati senza limiti in un sistema organizzato che, muovendosi sempre in contatto con il Comitato operativo nazionale, è risultato capace di fornire risposte alla comunità sia per quanto riguarda le attività ordinarie sia per le richieste straordinarie legate alla situazione straordinaria venutasi a creare nelle ultime settimane.
Anche il Piemonte si prepara a fronteggiare l’emergenza. Vista la situazione di emergenza sanitaria generata dal coronavirus in Italia e in particolare nelle Regioni del Nord, l’Aiop, Associazione italiana ospedalità privata, sede regionale del Piemonte, mette a disposizione del sistema sanitario la propria rete composta da 36 strutture.
“Al fine di fornire un fattivo contributo per fronteggiare l’attuale momento critico e collaborare con il centro di crisi regionale gli operatori della sanità privata si dichiarano pronti a porre in atto tutte le azioni che saranno ritenute utili ed efficaci per contrastare il propagarsi del virus e prestare le cure più efficaci ai nostri cittadini“, sottolinea l’Aiop.
“Siamo consapevoli che combattere questo virus significhi un grosso impegno che coinvolge ad ogni livello tutti gli operatori della sanità. E’ per tale motivo che siamo completamente disponibili, quali aziende facenti parte del servizio sanitario nazionale – dichiara Giancarlo Perla, presidente dell’Aiop Piemonte – a mettere in rete le nostre strutture per decongestionare gli ospedali pubblici e gestire pazienti anche gravi nei nostri posti letto di rianimazione, di acuzie o anche di post acuzie in ipotesi di malati cronici”.