Coronavirus, non solo mascherine: i medici di Milano chiedono i mezzi della telemedicina

"Quanti medici morti dovremo ancora piangere? Io comincio a non avere più parole. Stiamo predicando da giorni che i camici bianchi vanno protetti bene e ad oggi, per esempio a Milano e hinterland, siamo ancora con 10 mascherine chirurgiche a testa. In alcune zone neanche quelle
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“Quanti medici morti dovremo ancora piangere? Io comincio a non avere più parole. Stiamo predicando da giorni che i camici bianchi vanno protetti bene e ad oggi, per esempio a Milano e hinterland, siamo ancora con 10 mascherine chirurgiche a testa. In alcune zone neanche quelle. A parte il fatto che servono kit completi di protezione, chiediamo che ci diano tecnologia, mezzi di telemedicina per visitare a distanza, in modo da poter assistere con costanza e in sicurezza quei pazienti dimessi dopo una polmonite da coronavirus o chi sta male e si sta curando a casa. I numeri di malati a domicilio e convalescenti cresceranno sempre di più e diventerà un grosso problema”.

E’ lo sfogo di Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano. “A Roma – dice all’AdnKronos Salute – hanno costruito un ospedale a vocazione Covid-19 in tempi record e non riusciamo a riconvertire qualche fabbrica nella produzione di mascherine? Servono kit protettivi completi per i medici, che comprendano anche camici idrorepellenti, guanti, visiere. E’ possibile che non si riesca a sbloccare la situazione? Ci sono truppe in trincea che eseguono assalti allo sbaraglio e generali chiusi nella torre di vetro. Chiedo allora ai politici, ai vertici regionali, di andare in ospedale, alla guardia medica, nello studio del medico di famiglia, a dare una mano con le stesse protezioni che abbiamo noi. Sarebbe una bella terapia per tutti. Vediamo se accettano di esporsi come noi”.

“L’ultimo collega che abbiamo perso”, Marcello Natali, 56 anni, medico di famiglia del Lodigiano, “non lo conoscevo di persona – continua Rossi – ma alcuni suoi cari amici mi hanno raccontato che si stava spendendo tantissimo per dare una mano, anche per sostituire colleghi malati, nei giorni di fuoco della prima zona rossa. Si è ammalato anche lui ed è morto. Perché deve succedere tutto questo?”.

La tecnologia per ‘visitare’ da remoto i pazienti “è un’arma interessante da valutare” in questa emergenza, ragiona il numero uno dei medici milanesi. “Noi stiamo già facendo questo in maniera rudimentale. Si fa counselling telefonico, i pazienti ci inviano foto. Avere i mezzi per poter misurare a distanza 4 parametri, dalla saturazione alla pressione, potrebbe aiutare moltissimo. Sono strumenti semplici e costano anche poco. Un saturimetro, di quelli buoni che ti danno pure la curva pressoria, lo avevamo preso in passato con i punti spesa di una catena di supermercati, per dire. Chiediamo poco: misure utili come queste. Niente di irrealizzabile”.

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