Coronavirus, l’appello dei rianimatori: “Serve personale, anche specializzandi e medici in pensione”

E' "necessario ampliare il reclutamento di personale specialista anestesista-rianimatore, dai colleghi che hanno cessato il servizio ai medici in formazione""
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E‘ “necessario ampliare il reclutamento di personale specialista anestesista-rianimatore, dai colleghi che hanno cessato il servizio ma che si trovano nella condizione di poter ancora prestare la propria professionalità, ai medici in formazione (soprattutto negli ultimi due anni di corso) che, attraverso opportuni interventi che le Regioni stanno preparando in ossequio al ‘decreto milleproroghe’, possono partecipare alle attività con opportuni contratti di lavoro in base al decreto Calabria, anche ricorrendo, nelle regioni più in crisi, agli specializzandi di altre regioni”.

Lo chiedono Siaarti, la società scientifica degli anestesisti rianimatori e terapisti del dolore, e Aaroi-Emac, associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri, in un comunicato congiunto. “Avere a disposizione tali professionisti – sottolineano – permetterà di rafforzare le aree intensive dedicate alla cura delle complicanze respiratorie e sistemiche che l’epidemia virale in corso sta generando”. “Non si tratta di sostituire i nostri specialisti con i nostri specializzandi – precisano Siaarti e Aaroi-Emac – ma di ricorrere alle loro competenze, comunque superiori, nel nostro settore, a quelle di altri medici, come ausilio, sotto la supervisione e il coordinamento degli specialisti”.

 

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