Coronavirus: quali sono i rischi per chi partorisce oggi? L’allattamento è sicuro?

Ad oggi, non ci sono evidenze di trasmissione verticale del virus, cioè finora nessuna madre ha trasmesso al figlio il virus attraverso l'utero o l'allattamento
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Il coronavirus preoccupa anche le future mamme, soprattutto quelle che dovranno partorire in questi giorni.‘Partorire oggi, in piena pandemia da Covid-19 non è facile, ma dà l’opportunità di apprezzare quanto sia importante e prezioso il latte materno per tutti i bambini. Ad oggi, non ci sono evidenze di trasmissione verticale del virus, cioè finora nessuna madre ha trasmesso al figlio il virus attraverso l’utero o l’allattamento; non è stata trovata traccia del virus nel liquido amniotico, nel cordone ombelicale, nel colostro o nel latte materno”. Lo dichiara il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo.

“Secondo l’Istituto Superiore della Sanità se la mamma sta bene, può allattare tranquillamente; se ha qualche sintomo è opportuno che segua tutte le misure igieniche, tra cui il lavaggio delle mani e l’uso della mascherina mentre tiene il figlio in braccio e lo allatta; se sta male, è possibile che debba separarsi dal bambino, ma può comunque fornire il suo latte”, sottolinea Samengo.

“Colgo l’occasione per ringraziare di cuore tutti i medici, gli infermieri, gli operatori, i virologi, i ricercatori che in maniera instancabile, giorno e notte, sono impegnati nella lotta al Covid-19, e quelli che assistano le madri e i bambini in questo drammatico periodo; un ringraziamento particolare a tutto il personale sanitario che nei 30 Ospedali riconosciuti da Unicef e Oms ‘Amici dei bambini’ aiuta a far nascere e a nutrire nel modo più sano migliaia di neonati italiani. Nel 2018, oltre 31.500 bambini, il 7% dei nati in Italia su un totale di 449.000, sono nati negli Ospedali ‘Amici dei bambini'”, conclude Samengo.

L’Unicef in Italia promuove il programma ‘Insieme per l’Allattamento – Ospedali & Comunità Amici dei Bambini’ per diffondere la cultura dell’allattamento e garantire a tutti i bambini una nutrizione adeguata e il miglior inizio di vita possibile. Ad oggi, fanno parte della Rete Unicef in Italia 30 Ospedali – dove i neonati e le loro madri beneficiano dei migliori standard di assistenza in materia di parto e allattamento e 7 Comunità riconosciuti dall’Unicef come Amici dei bambini, 4 Corsi di Laurea riconosciuti Amici dell’Allattamento e oltre 900 Baby Pit Stop – spazi dedicati a tutte le famiglie in cui poter prendersi cura dei propri bambini.

L’appello di ginecologi e ostetriche: “Mancano protezioni”

Al contempo la paura di contagio è tanta, sia tra le partorienti che tra i medici e gli operatori sanitari. “Siamo in prima linea per fronteggiare l’emergenza e tutelare le donne in gravidanza e i loro bambini, ma mancano i dispositivi di protezione individuale per operare in sicurezza”: e’ l’appello accorato di tutto il mondo ginecologico ed ostetrico alle istituzioni affinche’ “si faccia tutto quanto possibile a difesa delle sale parto e di chi presta oggi la propria coraggiosa e delicatissima azione”.

“La situazione in cui versa il Paese a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e’ drammatica, in particolare oggi in Lombardia, Emila Romagna e Veneto, e domani potrebbe verosimilmente esserlo nelle altre regioni – spiegano – Purtroppo medici, infermieri, ostetriche e tutto il personale che tenta di fronteggiare questo uragano e’ in condizioni difficilissime e si contano gia’ le prime vittime anche nel personale medico, ostetrico e sanitario”.

E’ vitale per tutti – aggiungono – che, in questo momento, coloro ai quali e’ stata affidata la gestione della sanita’ pubblica mettano in atto immediatamente tutto quanto necessario per sostenere e proteggere le donne e gli uomini che stanno facendo di tutto per salvare quante piu’ vite possibili. In particolare, il personale ostetrico sta conducendo una estenuante battaglia per proteggere le donne in gravidanza e i loro bambini. Purtroppo non e’ rifornito del materiale di protezione individuale necessario, ed in alcuni punti nascita e’ ancora segnalata una carenza insostenibile. Tale insufficienza ha comportato una esposizione al virus che ha pesantemente colpito ginecologi, ostetriche e personale infermieristico. Non e’ il momento delle polemiche ma della solidarieta’ e della fratellanza. Ginecologi, ostetriche e personale infermieristico hanno responsabilita’ enormi che impongono massima attenzione. In un momento di emergenza e forte incertezza scientifica per l’area ostetrico- ginecologica e neonatale, una delle poche certezze e’ l’importanza dei dispositivi di protezione individuale”, concludono.

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