Gli effetti devastanti dell’emergenza CoronaVirus che sta vivendo il nostro paese sono tristemente sotto gli occhi di tutti.
Questa crisi sanitaria di gravità senza precedenti che ha già avuto un costo incalcolabile in termine di vite umane, porta inevitabilmente con sé una serie di problemi collaterali che si riverberano in tutti i settori della società e dell’economia.
Per limitare l’impatto sociale della pandemia, con il Decreto “Cura Italia” il governo ha opportunamente messo in piedi una manovra da 25 miliardi di euro per andare incontro a imprese, famiglie e lavoratori. Le misure adottate nei confronti dei liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private sono però insufficienti e discriminatorie rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori, con cui condividono i medesimi disagi e difficoltà, pur contribuendo ampiamente con le loro tasse all’economia del paese.
Il Decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 prevede unicamente l’istituzione di un fondo da 300 milioni di euro definito “Fondo per il reddito di ultima istanza” da distribuire su una platea di oltre 2 milioni di professionisti iscritti agli ordini professionali, considerandoli nei fatti lavoratori di serie B.
Tutto ciò considerato, gli ingegneri non intendono fare battaglie per i 600 euro, ma vogliono gridare al paese che esistono tanti professionisti che ogni giorno danno il loro contributo alla comunità lavorano in modo scientifico e rigoroso, ma che sono messi all’angolo da una politica indifferente ai meriti e alle competenze.
Per questo la Federazione Ordini Ingegneri delle Marche e tutti gli ordini provinciali hanno aperto un canale di comunicazione costante con la Rete delle Professioni Tecniche nazionale e con i rappresentanti delle altre professioni ordinistiche e le rispettive casse previdenziali, attualmente impegnate nella stesura del “Manifesto delle Professioni per l’emergenza” per sensibilizzare in modo unitario ed efficace il Governo centrale.
Come gran parte delle piccole imprese del Paese, anche gli Ingegneri e gli studi professionali hanno necessità di strumenti straordinari che garantiscano la liquidità finanziaria, ormai vitale per superare lo stato di crisi che si è venuto a determinare in un arco temporale assai breve.
La gravissima crisi attuale può però costituire l’occasione per migliorare l’efficienza del sistema Italia, ormai stressato da un sistema burocratico e normativo ipertrofico.
Numerose le proposte che Feding Marche vuole rivolgere alle istituzioni locali e nazionali per limitare l’impatto dell’emergenza sull’attività professionale e sulla sicurezza dei tecnici e delle loro famiglie:
- Sospensione totale dei cantieri in corso pubblici privati rimasti fuori dall’elenco del DPCM 22.03.2020;
- Sospensione di tutte le scadenze riguardanti il sisma 2016;
- Sospensione procedure di gara o avvisi per servizi di ingegneria e architettura e servizi di progettazione in corso;
- Investimenti in tempi rapidi sulle infrastrutture informatiche per agevolare lo sviluppo del “Lavoro Agile” e delle comunicazioni tra professionisti e P.A. (conferenze di servizi, riunioni, accesso al pubblico, etc.), confrontandosi con gli ingegneri esperti di tale settore;
- Cogliere l’occasione per promuovere come modalità di lavoro ordinaria lo smart-working in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 87 del Decreto “Cura Italia”, agevolando l’utilizzo di tale modalità soprattutto per i colleghi della P.A. che comporterebbe una evoluzione moderna del lavoro e risparmi enormi per gli enti;
- Accedere a strumenti di tutela del lavoro, della salute, ad ammortizzatori sociali e a canali dedicati per l’accesso a liquidità finanziaria, da cui in larga misura fino a questo momento i professionisti ordinistici sono stati esclusi.
- Sbloccare i crediti che i professionisti hanno maturato nei confronti delle PA, nei tempi previsti dalla Legge 37/2019 cosiddetta “Legge Europea 2018” in applicazione della Direttiva Europea 2011/7/UE, affinché si rispettino effettivamente termini di pagamento non superiori a 30 o 60 giorni di calendario, stabiliti dalla direttiva;
- Selezione dei vertici delle strutture tecniche delle P.A. di tecnici validi e competenti, selezionati con criteri veramente meritocratici, evitando indebite ingerenze della politica.
- Stimolare l’impegno della Regione Marche nel farsi pioniera di un processo di reale sburocratizzazione, emanando in tempi rapidi direttive per l’abolizione di norme obsolete e per abbattere i tempi delle istruttorie delle P.A.
- Senza attendere la fine della crisi, programmare insieme agli ingegneri delle Marche un nuovo piano di investimenti strategici che permetta il rilancio dell’economia marchigiana, su infrastrutture civile e informatiche, industria 4.0, manifattura ingegnerizzata ecc.
- Instaurare un dialogo continuo della P.A., come avviene in altre regioni, con gli ingegneri e i tecnici adeguatamente rappresentati nelle varie commissioni regionali e locali, per contribuire alle scelte strategiche.
Per affrontare in modo efficace i gravi aspetti economici di quest’emergenza occorre individuare poche grandi linee di interventoper il sostegno concreto alle diverse componenti del tessuto produttivo evitando la dispersione di risorse. Bisogna prevedere fin d’ora interventi che agiscano nella fase di emergenza ma anche e soprattutto nel periodo post-emergenziale, con un orizzonte di medio periodo. Gli Ingegneri delle Marche tutti sono pronti a un confronto di vertice con le istituzioni regionali, analogamente a quanto accade in altre regioni, per portare nell’immediato il loro contributo professionale e scientifico a una regione che deve rialzarsi, ricominciare a correre e ricostruirsi un futuro.