L’amore in corsia nell’era del Coronavirus: un bacio attraverso la mascherina e il matrimonio rimandato, “ogni sfida se divisa in due è più leggera”

"Prevale il desiderio di ritrovarci a fine turno per una carezza con tutte le precauzioni, la volontà di rafforzare il legame in questo momento di grande difficoltà, ma anche la paura quotidiana del contagio e di non poterci rivedere alla sera"
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L’amore in corsia ai tempi del coronavirus. Lui, Domenico di 31 anni, proviene da Avellino, lei Silvia, 33 anni di San Giovanni Rotondo: in forza come infermieri all’ospedale Lorenzo Bonomo di Andria. Sono fidanzati da 10 anni e prossimi al matrimonio, ma il dovere li ha chiamati e loro non si sono tirati indietro.

Raccontano il loro #amoreincorsia, aderendo all’invito di Oggi Sposi & Exclusive Wedding, che assieme ai colleghi di tutta Italia si sono uniti “per donare consulenze nuziali gratuite a medici e infermieri, gli angeli in camice bianco contro il Covid”, spiegano Alessia Ghisoni e Cinzia Murgia, event manager della società.

“Prevale il desiderio di ritrovarci a fine turno per una carezza con tutte le precauzioni, la volontà di rafforzare il legame in questo momento di grande difficoltà, ma anche la paura quotidiana del contagio e di non poterci rivedere alla sera”, dicono Domenico e Silvia. Dovevano sposarsi ma hanno rinviato il matrimonio.

Per la maggior parte del tempo danno supporto alla Rianimazione di Andria, e da quando è scattata l’emergenza Covid 19 collaborano con le Malattie Infettive di Bisceglie. Ma a fine giornata si salutano sempre con un bacio, anche attraverso la mascherina. Come quella foto che Domenico ha postato su Facebook dedicando a Silvia queste parole: “Ogni sfida se divisa in due è più leggera. Noi insieme abbiamo sempre vinto. Ti amo”.

Per loro, raccontano, “il lavoro è una missione a cui dedicarsi con anima e cuore”.Se le mascherine ci proteggono in parte contro questo virus, dietro questi dispositivi nascondiamo anche le nostre emozioni più tristi, paura, sconforto, lacrime. Ma dobbiamo dare coraggio, forza, un sorriso, da una corsia all’ altra”.

Carichi eccessivi, personale scarso, ma non ci tiriamo mai indietro, noi infermieri siamo spinti da un grande senso di umanità verso gli altri, spesso dimenticandoci anche di noi stessi – confessa Silvia – con Domenico dovevamo fare il grande passo, non stavo in me dalla gioia. Di ora in ora teniamo viva la speranza: quella di poter sconfiggere questo nemico invisibile, di poterci unire di nuovo tutti insieme in un unico abbraccio e urlare a squarciagola: ce l’abbiamo fatta! E poter realizzare il nostro sogno sull’altare, nel Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Ora è importante restare uniti, svolgere al meglio il nostro compito di infermieri, amarci e darci forza perché è l’ amore che ci salverà”

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