Coronavirus, l’Iss smentisce l’audio Whatsapp sui rischi del 5G: “E’ una fake news, non è un nostro ricercatore”

Torna la bufala sui rischi di Covid-19 legati al 5G, la quinta generazione della telefonia mobile: l'Iss smentisce un audio che 'gira' su Whatsapp
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Torna la bufala sui rischi di Covid-19 legati al 5G, la quinta generazione della telefonia mobile. E questa volta è un audio che ‘gira’ su Whatsapp in cui si attribuisce a un ricercatore dell’Istituto superiore di sanità (Iss) affermazioni relative a una correlazione tra 5G e Covid-19. Una “notizia priva di fondamento”, avverte l’Iss. “L’evoluzione della telefonia mobile (di cui il 5G rappresenta lo sviluppo più recente) – spiega Alessandro Polichetti del Centro nazionale per la Protezione dalle radiazioni e Fisica computazionale dell’Iss, in un approfondimento su sito – è stata caratterizzata da una copertura del territorio sempre più fitta, con sempre più numerose antenne che servono aree, le cosiddette ‘celle’, di dimensioni sempre più ridotte“.

Per coprire queste celle più piccole “sono necessarie potenze sempre più basse, con una conseguente riduzione dei livelli ambientali di campo elettromagnetico cui possono essere esposte le persone. Inoltre, le dimensioni ridotte delle celle portano anche a una maggiore vicinanza tra telefoni cellulari e antenne fisse, con la conseguente riduzione delle potenze emesse dai telefoni cellulari e quindi – sottolinea – delle esposizioni degli utilizzatori”.

Un’altra ‘preoccupazione’ nella popolazione è rappresentata dall’aumento del numero di antenne sul territorio, “anche se – spiega l’esperto – in realtà le potenze di emissione saranno sempre più basse e così il contributo ai livelli di esposizione, che in ogni caso dovranno rispettare i limiti precauzionali fissati dalla normativa nazionale”.

“E’ comunque prevedibile che, con la progressiva sostituzione delle tecnologie precedenti con quella 5G – aggiunge – le esposizioni complessive della popolazione diminuiranno ulteriormente rispetto a quanto sta già avvenendo”. Un’altra causa di preoccupazione per il pubblico è rappresentata dal fatto che è previsto anche l’utilizzo di frequenze (circa 27 GHz) molto diverse da quelle attualmente utilizzate per la telefonia mobile (800-2,6 GHz), e ciò ha portato a parlare di frequenze ‘inesplorate’ dal punto di vista degli effetti sulla salute. “In realtà – spiega Polichetti – sono stati già condotti alcuni studi sulle onde a qualche decina di GHz (più vicine alle frequenze di circa 27 GHz). Inoltre quelle usate dal 5G appartengono comunque all’intervallo delle radiofrequenze, i cui meccanismi di interazione con il corpo umano sono ben compresi, e i limiti di esposizione internazionali (e a maggior ragione i più cautelativi limiti italiani) consentono di prevenire totalmente gli effetti noti dei campi elettromagnetici anche a queste frequenze”, conclude.

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