Il numero di persone contagiate dal coronavirus può essere decine di volte maggiore di quanto si pensi, da 50 a 85 volte le cifre indicate. Sono le conclusioni di un studio dei ricercatori dell’Università di Stanford, in California, su un campione di 3.330 persone nella contea di Santa Clara.
Lo studio, secondo i ricercatori il primo su larga scala nel suo genere, è stato effettuato identificando gli anticorpi in soggetti sani attraverso un test con puntura sul dito. Al momento della ricerca, la contea di Santa Clara aveva 1.094 casi confermati di Covid-19 e 50 morti. Ma in base al tasso di persone che hanno anticorpi, è probabile che il numero dei contagiati sia compreso tra 48.000 e 81.000.
Questo significa anche che il coronavirus è anche potenzialmente molto meno mortale. Il tasso di mortalità per Covid-19 negli Stati Uniti è del 4,1% mentre, in base ai risultati dello studio dei ricercatori di Stanford sarebbe compreso tra lo 0,12% e lo 0,2%.
“Per fermare la diffusione di Covid-19, le autorità sanitarie devono prima determinare quante persone sono state contagiate. Grandi studi sulla diffusione del virus all’interno di una regione potrebbero svolgere un ruolo chiave“, hanno spiegato i ricercatori, citati dal Guardian. Secondo alcuni, le conclusioni della ricerca indicano che che siamo piu’ vicini alla cosiddetta immunità di gregge, il concetto secondo il quale se un numero sufficiente di persone in una popolazione ha sviluppato anticorpi contro una malattia, la popolazione diventa immune.
Ciò consentirebbe la riapertura più rapida delle attività produttive, una strategia attualmente in fase di attuazione in Svezia. Ma i ricercatori hanno avvertito: nessuna conclusione affrettata o di natura politica fino a quando non arriveranno altre conferme.
“Lo studio conferma la convinzione diffusa che i contagiati siano molti di più di quanto si pensi”, ha spiegato Arthur Reingold, docente di epidemiologia presso l’UC Berkeley non coinvolto nella ricerca, “ma non significa che le misure restrittive saranno presto revocate”. Cautela anche sull’idea che questo sia un lasciapassare per tornare al lavoro in sicurezza: “Non sappiamo se gli anticorpi ti proteggono e per quanto tempo e comunque sono presenti in una percentuale molto piccola della popolazione ha anche anticorpi“, ha sottolineato Reingold.