L’allentamento delle misure di lockdown “non significa la fine della pandemia“. Lo ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel consueto briefing sul coronavirus ribadendo che “tutti i Paesi coinvolti devono assicurarsi di essere in grado di individuare, testare, isolare e curare ogni caso” di Covid-19.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha ribadito di aver avvertito fin dall’inizio dei pericoli provenienti dal nuovo virus che aveva preso piede in Cina. “Abbiamo avvertito dal giorno uno che questo è un male che tutti dovrebbero combattere“, ha sottolineato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, rispondendo indirettamente alle critiche di Washington che ha accusato l’Oms di aver inizialmente minimizzato il pericolo.
“Abbiamo molti esperti che ci supportano soprattutto durante questa pandemia, provenienti anche dai Centers for Diseases Control americani: la relazione fra Cdc e OMS è di lunga durata e risale a molto prima di questa crisi sanitaria. I Cdc sono un modello, non a caso anche altri Paesi hanno messo lo stesso nome alle loro istituzioni. Allo stesso tempo avere membri dei Cdc nello staff significa che non c’è nulla che sia stato nascosto fin dal primo giorno“. Così Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha risposto oggi in conferenza stampa a Ginevra alle domande sulla notizia pubblicata dal ‘Washington Post’ secondo cui il presidente Trump sarebbe stato informato dagli stessi esperti che collaboravano con l’OMS dei rischi del coronavirus. “Non solo agli Usa – ha precisato Ghebreyesus – ma a tutti i paesi abbiamo dato informazioni immediatamente. Questo perché non ci sono segreti nell’OMS: quando abbiamo informazioni le diffondiamo perché vogliamo salvare vite, anche fosse solo una. Per questo abbiamo detto subito che questo virus è nuovo, è pericoloso, è il nemico pubblico numero uno, è un killer come Sars e Mers. Ma ora abbiamo la tecnologia, possiamo prevenire un disastro, non dobbiamo avere paura, siamo in una situazione differente rispetto a 100 anni fa e se c’è solidarietà globale e diamo il meglio, possiamo vincere questa battaglia“. Il Dg OMS ha poi aggiunto: “Avvertiamo anche i paesi sviluppati: questo virus potrebbe sorprendere anche voi, molti ancora non riconoscono bene la sua pericolosità”.
“C’è sempre la possibilità di un ritorno” del virus, di una seconda ondata, “per questo occorre uscire dal lockdown dirigendosi verso un’altra destinazione. E’ qualcosa di duro per le persone, ma se non ci muoviamo verso un empowerment della popolazione, che deve capire come proteggere sé stessa e gli altri, attraverso l’igiene personale e il distanziamento sociale, e un investimento per rafforzare i sistemi sanitari”. Lo ha sottolineato Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), oggi in conferenza stampa a Ginevra. “Questo non significa solo testare – ha aggiunto – ma anche contact tracing, isolare i casi confermati, quarantenare i contatti, aumentare la capacità delle strutture sanitarie, della sorveglianza a livello comunitario. Occorre investire ora in alternative al lockdown, in modo che questa tragedia non si ripeta se la malattia ritorna. Lavoreremo in questo senso con i Paesi e ne vediamo molti che stanno agendo uniti e in maniera attenta verso questi obiettivi. Li sosterremo”.
“Accogliamo con favore ogni lavoro si stia portando avanti su un vaccino” contro Covid-19, “nel modo più rapido e sicuro possibile. Abbiamo ormai migliaia di sequenze virali disponibili e i ricercatori le stanno studiando tutte. Questo ci consente di vedere se e come” Sars-Cov-2 “cambia e stiamo verificando che è relativamente stabile: compie i normali cambiamenti che un virus compie e che ci aspettavamo. Questa è una buona notizia per lo sviluppo di un vaccino”. Ha spiegato Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus del programma per le emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), oggi in conferenza stampa a Ginevra. “Ci sono molti candidati vaccino allo studio – ha aggiunto – e stiamo lavorando per accelerare il più possibile, sempre in sicurezza, la possibile distribuzione di qualsiasi vaccino arrivi. Ne avremo bisogno in futuro”.