Coronavirus, il dramma di Bergamo: stimati 4.500 decessi solo a marzo 2020!

A Bergamo e provincia si può stimare che i morti per Covid19 siano stati 4.500 nel solo mese di marzo 2020 rispetto ai 2.060 morti ufficiali per Covid19
MeteoWeb

A Bergamo e provincia si può stimare che i morti per Covid19 siano stati 4.500 nel solo mese di marzo 2020 rispetto ai 2.060 morti ufficiali per Covid19. E i contagiati potrebbero essere 288mila in tutta la provincia. E’ il bilancio che emerge dal monitoraggio dei decessi realizzato da InTwig, società bergamasca di data management e comunicazione, curato da Aldo Cristadoro, professore di Metodi digitali per la Ricerca sociale all’Università degli Studi di Bergamo, fondatore di InTwig, in collaborazione con il principale quotidiano locale, L’Eco di Bergamo.

Le stime, verificate sui dati reali dei decessi, si basano su un tasso di letalità dell’1,57%, in linea con il report dell’Imperial College L’indagine è stata lanciata il 26 marzo 2020 con l’invito a tutti i Sindaci dei Comuni bergamaschi (243) a fornire i numeri ufficiali dei decessi per capire la mortalità reale mettendo a confronto i dati dei primi tre mesi del 2020 con quelli degli anni passati.

A oggi, spiega una nota di InTwig, hanno risposto 91 Comuni (su 243) che rappresentano il 54% della popolazione (607 mila abitanti) della provincia di Bergamo. Se fossero in tutto 288mila contagiati, corrisponderebbero al 26% degli abitanti (1 su 4) con punte non solo in Val Seriana (46%) ma in Val Bremana (46%), nei laghi (35%) e nell’area urbana di Bergamo (30%).

“I dati – spiega Cristadoro – sono ricavati da una proiezione statistica delle risposte date dai sindaci intervistati sull’intera popolazione della Provincia di Bergamo. I dati forniti dalle anagrafi comunali sono stati confrontati con quelli storici, mese per mese, così è stato possibile calcolare gli incrementi di mortalità attribuibili al Covid19. Per stimare i contagiati sono stati considerati gli studi più recenti che applicano i tassi di letalità complessiva alla struttura demografica italiana. I dati, molto diversi da quelli ufficiali, confermano il grido d’allarme dei sindaci del territorio e, purtroppo, sono destinati a crescere”. 

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