Coronavirus e fase 2: tamponi e tracciamento sono la prima arma contro le nuove ondate

Tamponi e tracciamento sono le principali armi per scongiurare una seconda ondata dell'epidemia di Covid-19
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Tamponi e tracciamento sono le principali armi per scongiurare una seconda ondata dell’epidemia di Covid-19. Lo indica il gruppo di ricerca coordinato da Trevor Bedford, della Divisione vaccini del centro di ricerca americano Fred Hutchinson, che ha analizzato migliaia delle mappe genetiche del virus SarsCoV2 liberamente accessibili sul sito del progetto Nextstrain, dedicato all’analisi genetica dei nuovi organismi patogeni.

In questa fase della pandemia – si legge sul sito Nextstrain – le analisi epidemiologiche basate sui dati genetici sono particolarmente necessarie e urgenti a livello locale” e l’unico modo per interrompere la comparsa di nuove ondare consiste nel fare tamponi che, rivelando le tracce genetiche del virus, permettano di “rintracciare immediatamente e di isolare i casi positivi”.

Dall’analisi delle migliaia di mappe genetiche del virus raccolte finora in tutto il mondo sta emergendo “un profondo legame tra i focolai di Covid-19 in diverse parti del mondo”, dovuto molto probabilmente anche a “ingressi multipli del virus avvenuti in uno stesso Paese attraverso i viaggi”.

Una volta che il virus arriva in un nuovo territorio, in molti casi può scomparire senza causare una trasmissione diffusa, a seconda delle condizioni locali, ma in altri casi può innescare dei focolai epidemici, che a loro volta possono ulteriormente diffondere il virus. “Non sorprende osservare questo schema in azione nei Paesi che stanno vivendo la loro prima ondata epidemica. E’ ancora più allarmante – osservano i ricercatori – vedere lo stesso meccanismo comparire nuovamente nei Paesi in cui la prima ondata è già passata e l’unico modo per interrompere la catena è la capacità di individuare i nuovi casi e tracciare i loro contatti, isolandoli immediatamente”.

Sono regole che valgono ovunque, rilevano i genetisti, in quanto i focolai epidemici “di tutto il mondo sono profondamente connessi e che la battaglia contro la pandemia di Covid-19 deve essere globale: non potremo battere il virus in nessun luogo senza affrontarlo ovunque”.

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