Oggi, 4 maggio, è appena iniziata la fase 2 dell’emergenza Coronavirus e tra le diverse “concessioni” vi è anche la possibilità di celebrare i funerali, a 50 giorni dal lockdown durante il quale erano stati banditi per evitare contagi.
Anche nella capitale, come nel resto del Paese, dopo oltre cinquanta giorni di stop sono stati celebrati i funerali. Nella parrocchia di San Giuseppe al Trionfale, il parroco, don Vladimiro, ha celebrato le esequie per un anziano morto per infarto secondo le regole anti contagio e tutto si è svolto regolarmente.
“In chiesa – racconta all’Adnkronos don Vladimiro – erano presenti in quindici, come da regolamento. Tutti rigorosamente in mascherina e guanti“. Guanti e mascherina anche per i due sacerdoti che celebravano. Don Vladimiro ha celebrato la messa completa non una semplice liturgia della parola. “Al momento della comunione – racconta – i fedeli, in percentuale molto bassa, tre o quattro, sono usciti a turno dai banchi per prendere la comunione in mano”. Naturalmente niente scambio della mano, e l’ostia consegnata in mano ai fedeli dopo rigorosa igienizzazione delle mani da parte del celebrante. “La legge va usata con intelligenza – osserva ancora il parroco – e le persone hanno bene interiorizzato quel che si deve fare. Nessuno al termine della messa si e’ accalcato intorno alla bara. Niente corteo funebre. Quando sarà, per fine maggio, saremo pronti a celebrare in sicurezza anche le messe”.