A messa con la prenotazione: nell’era del coronavirus è possibile. L’iniziativa è nata dalla diocesi di Reggio Emilia- Guastalla che ha creato una piattaforma ad hoc alla quale si stanno rivolgendo anche singole parrocchie di altre parti d’Italia, come Torino e a Milano. In tal modo i fedeli possono prenotare da casa un posto per la messa nella parrocchia di riferimento, evitando assembramento e rischi. Per domani, primo giorno di celebrazioni domenicali con le norme anti contagio, è praticamente tutto esaurito nelle messe centrali.
“Il vescovo Massimo Camisasca – spiega all’Adnkronos il segretario don Umberto Tagliaferri – ha chiesto una fatica in più ai parroci per non tornare a chiudere le messe ai fedeli nell’eventualità di un ritorno di contagio a ottobre. Noi dobbiamo raggiungere un livello di sicurezza tale che anche nel momento in cui dovesse tornare l’epidemia possiamo continuare a celebrare le messe coi fedeli perché garantiamo un regime di sicurezza”.
In tutte le parrocchie della diocesi, dunque, come spiega il segretario vescovile, anche se non è vincolante nel resto del Paese sarà tassativamente misurata la temperatura corporea dei fedeli col termoscanner. “Se una persona risultasse positiva al coronavirus, con la prenotazione on line saremo in grado di fornire immediatamente alla ASL i nomi delle persone a messa per contenere immediatamente l’eventuale inizio di un focolaio. I dati sono protetti dalla privacy”, spiega don Tagliaferri.
“Siamo partiti da una settimana – spiega Marco Magnanini, responsabile dello studio Il Granello che lavora in sinergia con la diocesi – e abbiamo già avuto ottomila prenotazioni. Sulle messe principali di domani mattina è pressoché sold out”. Per prenotare, basta indicare la parrocchia di riferimento e sulla piattaforma esce il numero massimo di posti consentiti. “L’unica cosa che non si può fare – spiega il responsabile dell’agenzia – è prenotare un posto fisso ma lo si è fatto apposta per evitare di dare l’idea di andare al cinema o ad un concerto. L’idea della diocesi di Reggio Emilia è guardata con interesse anche da altre realtà parrocchiali ed è una proposta adatta anche a grandi strutture”.
Il punto è tornare a messa con una certa tranquillità, dice don Umberto Tagliaferri: “Se a ottobre torna l’influenza, basta sentire un colpo di tosse o qualcuno che si soffia il naso in chiesa e si crea un po’ di allarme. Invece si vuole fare capire che c’è un protocollo di sicurezza che dice che il contagio è altamente improbabile e sono tutti più tranquilli. Si deve potere partecipare alla messa in tranquillità. La gente si lamenta solo se vede persone senza mascherina”.