Coronavirus, il ministro Speranza: “Le scuole riapriranno per tutti a Settembre, i dati delle riaperture a fine mese”

"Una seconda ondata epidemica è temuta da tutti gli scienziati del mondo e chi ha il compito delle decisioni politiche non può sottovalutare tale eventualità e dobbiamo farci trovare pronti"
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“Una seconda ondata epidemica di coronavirus è temuta da tutti gli scienziati del mondo e chi ha il compito delle decisioni politiche non può sottovalutare tale eventualità e dobbiamo farci trovare pronti, per questo abbiamo aumentato i posti in terapia intensiva del 115%. Siamo preoccupati dall’ipotesi di una seconda ondata e il paese deve farsi trovare pronto nella sua interezza“. Lo ha detto su Sky tv il ministro della salute Roberto Speranza.

“A settembre senz’altro le scuole riapriranno e riapriranno sicuramente per tutti. In queste ore c’è un lavoro intenso del ministero dell’Istruzione e del Comitato tecnico scientifico perché questa riapertura avvenga nella massima sicurezza”.

“Vediamo i dati giorno per giorno: abbiamo retto bene le aperture del 4 maggio ma poi ci sono state numerose altre aperture il 18 maggio. L’incubazione del virus è in media 7 giorni, quindi i dati veri per misurare cosa è avvenuto dal 18 maggio li vedremo solo a fine mese e solo quelli ci consentiranno davvero di capire cosa è avvenuto”, prosegue il ministro della salute Roberto Speranza. Analizzeremo questi dati e sulla loro base prenderemo le decisioni da qui al 3 giugno“.

“Dobbiamo vedere bene i numeri perché i dati che vediamo oggi – ha detto Speranza – non ci consegnano la fotografia di ciò che è avvenuto dopo il 18 maggio ma dei contagi avvenuti tra il 4 e il 18 maggio. Quindi mentre noi possiamo garantire che abbiamo retto quelle aperture del 4 maggio, non possiamo ancora avere la stessa certezza per il periodo dopo il 18 maggio”.

“E’ necessaria – ha aggiunto – ancora massima cautela ma è vero che i numeri con cui abbiamo a che fare sono molto più contenuti: ieri 300 casi positivi ma a marzo ne abbiamo avuti 5mila. Oggi siamo in una fase un po’ migliore in Italia con tutta la cautela possibile ma i numeri nel mondo sono ancora drammatici“. Alla fine “ciò che fa la differenza – ha concluso – continuano ad essere sono i comportamenti dei singoli”.

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