Non è semplice valutare se la ridotta emissione di sostanze tossiche e/o cancerogene da parte di nuovi prodotti del tabacco, rispetto alle sigarette tradizionali, si traduca effettivamente in un rischio ridotto per la salute dei fumatori. Ciò è dovuto a numerosi inconvenienti presenti nei consueti sistemi di valutazione del rischio e delle priorità di quest’ultimo per i diversi composti, individualmente presenti nel fumo di sigaretta. Di fatto, la presenza di numerosissime sostanze dannose nel fumo di sigaretta rende quasi impossibile una stima adeguata del rischio cancerogeno, applicando gli attuali metodi di valutazione del rischio, anche perché questi ultimi tendono fornire stime sulla sicurezza più che sugli effetti sulla salute.
Per questo sarebbe importante disporre di metodi che riescano a stimare con maggiore accuratezza, riducendo il più possibile i potenziali fattori di confusione, l’effetto dell’esposizione cumulativa a più sostanze dannose, in modo semi-quantitativo, piuttosto che sommare semplicemente gli effetti di ciascuna singola sostanza tossica.
Lo studio
Mediante tale studio gli AA hanno voluto sviluppare un metodo matematico-statistico, piuttosto complesso e costituito da 6 differenti step di analisi dei dati, per consentire di avere una valutazione delle modifiche nell’esposizione cumulativa delle sostanze emesse dal fumo di sigaretta convenzionale rispetto a quelle provenienti dai prodotti a tabacco riscaldato (HTPs). Ciò ha consentito di stimarne l’impatto sulla salute coniugando l’esposizione cumulativa con le informazioni relative agli effetti dose-risposta.
Sono state considerate 8 sostanze cancerogene presenti nelle emissioni del fumo di sigaretta e nel vapore emesso dai prodotti a tabacco riscaldato (acrilonitrile; acetaldeide; benzopirene; butadiene; ossido etilenico; formaldeide; nitrobenzene; ossido propilenico).
Questo metodo è stato utilizzato per valutare la magnitudine potenziale dell’impatto sulla salute in termini di cancerogenesi, ma potrà essere applicato in futuro anche ad altri tipi di danno (ad es. cardiovascolare) conseguenti all’uso di tabacco.
“Confrontare gli effetti dannosi derivanti dall’utilizzo di due prodotti del tabacco in ciascun individuo applicando metodi standard di valutazione del rischio è complesso e problematico. Abbiamo sviluppato – spiegano i ricercatori – un metodo che supera alcuni di questi problemi, focalizzandoci sul Cambiamento nell’Esposizione Cumulativa (CCE) dei composti emessi dai due prodotti che si prendono in considerazione. Il metodo consiste in sei passaggi.
I primi tre steps prevedono un’analisi dose-risposta dei dati sul cancro, che portano a diversi fattori di potenza relativa con intervalli di confidenza. Il quarto step valuta i dati di emissione, fornendo intervalli di confidenza per l’emissione prevista di ciascun composto. Il quinto step calcola il cambiamento nell’esposizione cumulativa, con un calcolo probabilistico, portando un intervallo di non confidenza per la CCE. L’ultimo e sesto step stima l’impatto sulla salute combinando il CCE con le importanti informazioni dose-risposta ottenute. Come caso di studio, abbiamo applicato il metodo a 8 carcinogeni che si trovano sia nelle emissioni dei prodotti a tabacco riscaldato (HTPs), una nuova categoria di prodotti, che nel fumo di sigaretta.
Si stima che il CCE sia da 10 a 25 volte inferiore quando si usano Heated Tobacco Products (THP) invece delle sigarette. Tale modifica indica sostanzialmente una piccola riduzione della crescita prevista, sulla base delle informazioni disponibili sulla risposta al fumo nei fumatori. Tuttavia, questa è una conclusione preliminare, poiché finora sono stati considerati solo otto agenti cancerogeni. Inoltre, rimane un impatto sulla salute correlato all’uso degli HTP se paragonato a una cessazione completa. Questa metodologia rappresenta un’informazione utile che potrebbe aiutare i responsabili politici a migliorare la comprensione del potenziale impatto sulla salute di nuovi prodotti a base di tabacco. Un approccio simile può essere utilizzato per confrontare la cancerogenicità di altre particelle.”
La risposta dose-dipendente delle 8 sostanze cancerogene è stata calcolata in base a differenti classi di gravità dei diversi tipi di tumore (preneoplastici, benigni, maligni, metastatici in uno o più organi) calcolando la modifica dell’emissione cumulativa delle sostanze nel fumo di sigaretta e nel vapore emesso dagli HTPs, traducendo il relativo intervallo in una stima di impatto sulla salute, basata sui dati disponibili nei fumatori.
Il risultato di questa analisi probabilistica è stato un potenziale cancerogeno da 10 a 25 volte inferiore per chi consumi lo stesso numero di cartucce usate negli HTPs e di sigarette convenzionali e che ciò si traduce in un sostanziale incremento nell’aspettativa di vita (per il sottogruppo di persone che morirebbero a causa del cancro) negli utilizzatori di HTPs rispetto ai fumatori convenzionali.
“Il metodo che è stato sviluppato potrà avere implicazioni significative in termini di politiche sanitarie e pratica clinica, visto che fornisce uno strumento per valutare l’impatto sulla salute di un soggetto che passi dal fumo di sigaretta ai nuovi sistemi correlati al tabacco e in particolare a quelli a tabacco riscaldato. – chiariscono gli esperti – I decisori sanitari potranno giovarsi di un sistema che, evidenziando l’esposizione cumulativa a sostanze tossiche, consentirà loro di sapere se le informazioni scientifiche disponibili siano deboli o sufficientemente robuste e basare su queste ultime le proprie decisioni.”
L’Istituto di ricerca
Il RIVM (Rijksinstituut voor Volksgezondheid en Milieu, Istituto Nazionale Olandese per la Salute Pubblica e l’Ambiente) è l’agenzia del Ministero della Salute del Welfare e dello Sport olandese. L’Istituto, principale advisor del Ministero della Salute olandese, si occupa in primo luogo di prevenzione e screening della popolazione. Conduce numerosi studi indipendenti a supporto delle decisioni del Ministero e fa parte del Tobacco Laboratory Network dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.