Coronavirus in Italia, oggi il convegno al Senato su scienza e diritti: “Siamo stati ipnotizzati, serve un manifesto della verità”

"La vastità e la gravità" dell'emergenza coronavirus "si rileverà essere più impattante per i suoi effetti collaterali che non per quello diretto sulla salute"
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Siamo stati ipnotizzati, accettando tutte le restrizioni e, quindi, quello che vorrei è che da questa riunione che teniamo oggi qui venisse fuori un manifesto della verità“: è quanto ha affermato Vittorio Sgarbi intervenendo in occasione del convegnoCovid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti“, in corso al Senato. “Mi fido di esperti quali Massimo Clementi, Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti e Guido Silvestri. Allora, o questi medici sono pazzi o i loro colleghi sono bugiardi. Questa riunione ha quindi un obiettivo molto serio: fare in modo che queste persone siano ascoltate dal governo, che ci sia un’audizione parlamentare. Dobbiamo dare voce a Zangrillo e ai tanti che hanno detto cose che non sono state ascoltate. Ci sono diverse verità, non solo una. C’è quella di chi dice che nei nostri ospedali non c’è più il Covid“, ha spiegato Sgarbi, sottolineando che “esiste un rapporto ufficiale del governo tedesco che definisce il Covid-19 come falso allarme globale. Da due mesi non c’è un solo morto di coronavirus. Anche dire che il Brasile è in emergenza non è vero. Ora serve un manifesto della verità“.
Se entriamo in un locale chiuso mettiamoci la mascherina, ma dobbiamo continuare a vivere, altrimenti Conte fra due anni dovrà chiedere 800 miliardi” all’UE, ha affermato Sgarbi.

Zangrillo
Alberto Zangrillo

La mia frase sul virus clinicamente inesistente, di cui mi assumo la responsabilità, è stata forse sbagliata nei toni ma continuiamo ad assistere a questa evidenza“, ha ribadito il professor Alberto Zangrillo intervenendo in video al convegno. Il primario ha evidenziato come la curva della letalità “si sta azzerando” e che esiste una differenza tra contagio e malattia: “I contagi che stiamo contando non sono in grado di produrre una malattia con clinica tale da portare il malato a ospedalizzazione o peggio ancora al ricovero in terapia intensiva“.
Per Zangrillo “dobbiamo comportarci con buonsenso e ottimismo evitando gli estremismi” che possono portare a “persone che non vanno in ospedale per paura” e questo “contrasta con la responsabilità” perché “non esiste solo il coronavirus“.

Si vuole estendere lo stato di emergenza su base di ipotesi. Per un periodo più o meno lungo dovremo confrontarci con attenzione e determinazione con focolai a macchia di leopardo ma questo giustifica uno stato di emergenza reiterato?“: è quanto affermato dal professor Massimo Clementi, intervenuto al convegno al Senato.

Credo che la vastità e la gravità” dell’emergenza coronavirussi rileverà essere più impattante per i suoi effetti collaterali che non per quello diretto sulla salute“: è quanto ha spiegato la microbiologa Maria Rita Gismondo, intervenuta oggi al convegno in Senato’, la cui partecipazione di alcuni specialisti aveva suscitato polemiche all’interno della comunità scientifica. “Mi riferisco ai danni indiretti sulla salute. E’ stato istituito un osservatorio sui suicidi e ad oggi ci sono stati 54 suicidi dovuti e dichiarati a Covid e altrettanti tentativi. Le vendite alle stelle degli antidepressivi sono state citate dall’Ordine nazionale dei farmacisti, e sono state massime in marzo-aprile, ma il trend continua purtroppo. Basta parlare con psichiatri e psicologi e loro non hanno più spazio per i loro pazienti. La Società italiana di cardiologia ha pubblicato che ci sono stati il 30% in più di decessi da infarto per la paura del paziente che accusava sintomi ad andare in ospedale“. Per Gismondo, c’è poi “l’aspetto più originale del lockdown: chi ha studiato infettivologia e microbiologia nei sacri testi davanti a una minaccia di epidemia ha sempre trovato la raccomandazione di stare all’aria aperta e proteggere i fragili. E’ la prima volta che si è applicato un lockdown. I paesi che non l’hanno imposto così come noi hanno percentuali alla fine uguali, senza però conseguenze psicologiche gravi. Intervistando gli svedesi si vede che hanno più fiducia nelle istituzioni mentre qui assistiamo al disastro“.

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