Coronavirus, il Copasir chiede al governo gli atti secretati del comitato tecnico scientifico. Cottarelli: “Cosa c’è che non dobbiamo sapere?”

Il Copasir ha chiesto al governo di poter visionare gli atti secretati del comitato tecnico scientifico e ieri ha ascoltato in audizione il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese
MeteoWeb

Interviene il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza) sulla questione degli atti secretati del comitato tecnico scientifico per affrontare l’emergenza coronavirus, sui quali si sono basati i dpcm di Conte sul lockdown. Infatti, nei giorni scorsi, su richiesta del governo, il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere la desecretazione degli atti del comitato tecnico scientifico relativi al periodo dell’emergenza Covid. Ora il Copasir ha chiesto al governo di poter visionare gli atti e ieri ha ascoltato in audizione il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Dopo la sua relazione, Lamorgese si è confrontata sulle domande dei componenti in particolare sulla tematica di eventuali tensioni sociali che potrebbero eventualmente verificarsi nell’ultimo periodo del 2020“, ha spiegato il presidente del Copasir, Raffaele Volpi.

Intanto sono tante richieste degli esponenti di opposizione al premier Conte per una immediata desecretazione degli atti. “Se l’Aula dovesse respingere la richiesta delle opposizioni di conoscere le motivazioni reali della secretazione degli atti del Comitato Covid, porteremo la richiesta al Copasir, perché è assolutamente necessario che vi sia un rapporto di trasparenza e correttezza tra gli organi istituzionali”, aveva detto in mattinata il vicepresidente del Copasir e senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso.

L’opposizione di Palazzo Chigi alla desecretazione degli atti del Comitato tecnico scientifico sul Covid è un atto grave. Cosa c’è che non dobbiamo sapere? È nostro diritto essere trattati da cittadini, non da sudditi“, ha scritto in un post su Twitter l’economista Carlo Cottarelli.

Coronavirus, il governo vuole tenere il segreto sui verbali del Cts: “Danno concreto alla sicurezza”. Avvocati: “Gli italiani hanno diritto di sapere”

Condividi