Coronavirus, Walter Ricciardi: “In Italia lo stesso virus che circola negli ospedali Usa, siamo stati bravi due volte”

Quello presente in Italia è "lo stesso virus che sta saturando le terapie intensive di Florida e Arizona perché lì non sono riusciti ad appiattire la curva epidemica: noi abbiamo fatto tanti sforzi e riusciamo a identificare i casi in maniera precoce"
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Quello presente in Italia è “lo stesso virus che sta saturando le terapie intensive di Florida e Arizona perché lì non sono riusciti ad appiattire la curva epidemica: noi abbiamo fatto tanti sforzi e riusciamo a identificare i casi in maniera precoce, peraltro ora diffusa maggiormente tra giovani e quindi c’è una scarsa pressione sul sistema sanitario”. Lo afferma Walter Ricciardi, membro dell’esecutivo dell’Oms e consulente del ministero della Salute, ospite di Sky TG24 nella rubrica “I numeri della Pandemia”.

L’Italia, in questi giorni, “continua a navigare in una situazione di allarme ancora controllato. La continuazione di questa navigazione a rischio dipende dai comportamenti: dobbiamo continuare a comportaci bene, distanziandoci, curando l’igiene delle mani e degli ambienti di vita e di lavoro e utilizzando le mascherine. Così possiamo mantenere il controllo di questa situazione”, sottolinea Walter Ricciardi. “Ove queste misure venissero allentate potremmo trovarci in condizioni molto più gravi, come quelle di quasi tutti i Paesi che ci circondano“, avverte Ricciardi, aggiungendo che in Italia “non è ancora finita la prima ondata. Non bisogna abbassare la guardia, ma anzi prepararsi in vista dell’autunno”.

Nella lotta a Covid “siamo stati bravi due volte: abbiamo affrontato il virus nelle condizioni più difficili, siamo stati il primo Paese democratico dopo la Cina a essere colpiti e abbiamo dovuto prendere decisioni difficilissime, quando tutti ci guardavano dall’alto in basso pensando che fossimo stravaganti. E queste decisioni le stiamo mantenendo, perché la stragrande maggioranza dei cittadini si sta comportando ancora con saggezza”.

I test rapidi per la diagnosi di Covid “stanno migliorando e prima o poi avremo test con alta sensibilità, cioè la capacità di trovare soggetti positivi, e alta specificità cioè la capacità di evitare falsi negativi o falsi positivi. Arriveremo ad avere un test rapido con queste caratteristiche, che al momento però non c’è, e quello sarà un enorme passo avanti, perché in pochi minuti saremo in grado di orientare le nostre scelte”.

“La stragrande maggioranza dei cittadini si sta comportando con saggezza. Rimane una minoranza che purtroppo è pericolosa, perché continua a far circolare il virus e ci fa stare in questa condizioni di allarme da dover prevenire ogni volta”.

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