I verbali del Comitato tecnico scientifico riguardo l’emergenza coronavirus, sui quali si sono basati i Dpcm del Presidente Giuseppe Conte con i quali è stato imposto il lockdown in Italia, sono stati desecretati ed emergono sempre più informazioni sul modo in cui è stata gestita l’emergenza nel nostro Paese. Nel verbale del 3 marzo, il Comitato tecnico scientifico consigliò l’istituzione di una zona rossa nei Comuni di Alzano e Nembro, ma l’invito al governo rimarrà inascoltato.
L’impennata del numero dei malati e la vicinanza dei due paesi con la città di Bergamo spinsero gli esperti del Cts a consigliare questa decisione drastica per evitare che la situazione degenerasse. Il verbale venne subito trasmesso a Palazzo Chigi ma alla raccomandazione seguirono giorni fatali, nei quali non venne presa nessuna decisione in tal senso, con le devastanti conseguenze dal punto di vista epidemiologico per la Bergamasca che purtroppo tutti conosciamo.
Per mesi, è stato un ping pong di accuse tra il governo e la Lombardia su chi avesse la responsabilità di istituire quella zona rossa. Quando Conte fu interrogato dai magistrati di Bergamo, come testimone nell’inchiesta avviata proprio per accertare se l’epidemia che ha dilaniato la Bergamasca fosse stata colposa, disse che il verbale del Cts in questione non arrivò mai sulla sua scrivania, riporta il Corriere della Sera. “Quel documento non mi è mai arrivato”, dichiarò Conte ai magistrati il 12 giugno scorso. Ai magistrati che gli chiedono conferma di quel che ha appena detto, il presidente del Consiglio rispose: “Quel documento, io non l’ho mai visto”.
Nonostante la pressione del Comitato tecnico scientifico sull’istituzione della zona rossa in Val Brembana, dunque, il governo ha deciso di non fare nulla e Conte ha poi mentito sulla visione del verbale.
Era chiaro già da tempo che la fase iniziale dell’epidemia fosse stata gestita malissimo dall’Italia, con ritardi ed errori che hanno consentito che la malattia dilagasse al Nord Italia. Prima c’era l’opposizione del governo al “razzismo” di chiunque temesse che l’ingresso di cittadini cinesi avrebbe comportato l’ingresso del virus anche nel nostro Paese, poi c’è stata la mancata istituzione della zona rossa in Val Brembana e infine il lockdown imposto a tutta l’Italia quando gli esperti l’avevano suggerito solo per alcune regioni del Nord. Senza contare che negli ultimi giorni, il governo si era anche opposto alla sentenza del Tar sulla desecretazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico. Ora si iniziano a comprendere i motivi.