“Il caso dei calciatori del Genoa dimostra che la diagnostica è difficile. I test veloci poco affidabili, meglio curare i sintomatici“: lo ha affermato, in un’intervista a La Stampa, Matteo Bassetti, infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova. “I tamponi a tappeto vanno bene nei luoghi a rischio, come ospedali e Rsa, ma poi torniamo a visitare i malati e a curare i sintomatici“. “L’eta’ media dei ricoverati è sui 70 anni. Il decorso della malattia si è ridotto a una settimana-dieci giorni ed è più gestibile. I morti sono molti di meno e sui pochi casi gravi la terapia con Remdesivir, cortisone e antibiotico da’ ottimi risultati” mentre “negli ultimi 45 giorni i positivi sui tamponi fatti restano tra l’1 e il 2 per cento. Se arriveremo al 5-6 come la Francia dovremo prendere misure restrittive, ma non possiamo permetterci un altro lockdown“.
Infine sul caso del Genoa Calcio l’infettivologo spiega: “Dimostra che i tamponi non bastano. Sono utili nella diagnostica dei sintomatici, ma inefficaci per gli asintomatici” e “si può fare poco, ma sono quasi la meta’ dei contagiati“. “E’ la Waterloo dei tamponi” e il caso del Genoa “dimostra che i tamponi non bastano“. “Sono utili nella diagnostica dei sintomatici, ma inefficaci per gli asintomatici“.