“Urge smontare una sciocchezza che circola in rete, secondo la quale nel numero dei nuovi contagi verrebbero sommati anche i guariti e i deceduti, allo scopo di ingigantire il totale (per incutere terrore, imporre lo stato di emergenza ecc.).
E’ incredibile la velocità con cui si diffondono le fake news. L’equivoco è noto, è nato già a febbraio, e periodicamente ci si deve tornare perché qualcuno si confonde. Ma da qualche giorno ci si sta costruendo sopra una bufala demente, che rimbalza nella rete, ed è arrivata prepotente anche nei commenti a questi post. Chiariamo una volta per tutte“: a smontare la bufala dei nuovi positivi è Paolo Spada, chirurgo di Humanitas, che ha dedicato alla fake news un approfondimento pubblicato ieri sulla pagina Facebook “Pillole di Ottimismo“, alla quale contribuiscono numerosi esperti.
Fin dall’inizio dell’epidemia, prosegue l’esperto, “ricorderete che il capo della Protezione Civile Borrelli, nella conferenza stampa delle ore 18, dava il numero dei “nuovi attualmente positivi”. Da allora, molte testate mantengono come primo dato il totale degli attualmente positivi e la differenza di questo da un giorno all’altro (guardate ad esempio la pagina del Sole24Ore, tra le più seguite per i numeri e i grafici. La stessa cosa si trova nella mappa della Protezione Civile https://gisanddata.maps.arcgis.com/…/opsd…/index.html…)
Nella prima linea in cima è evidente che l’incremento degli attualmente positivi (oggi 1569) + i dimessi/guariti (1247) + i deceduti (27) dà l’incremento del totale dei positivi (2844) che tutti conosciamo come “nuovi positivi” o “nuovi casi” del giorno. Questa sequenza alimenta l’interpretazione errata e la bufala che ne deriva.
Dove sta il problema? Che il conto va fatto a rovescio: l’incremento degli attualmente positivi è la differenza tra nuovi casi e guariti+deceduti. Faccio notare che gli attualmente positivi aumentano durante la fase crescente dell’onda epidemica, poi gradualmente si stabilizzano e infine decrescono (l’incremento diventa negativo). Questi 1569 non sono quindi i nuovi positivi, ma appunto la variazione, che può essere in più o in meno, degli attualmente positivi.
Per spiegare il concetto, fin dalle prime settimane, avevo disegnato lo schema che vi allego in figura, dal quale dovrebbe essere agevole capire che concentrarsi sulla variazione di livello del contenitore giallo ha una importanza relativa, perché dipende da tre flussi, che esprimono fenomeni diversi: l’ingresso, cioè il numero dei nuovi casi del giorno, e le uscite, cioè il numero dei deceduti del giorno e il numero dei guariti del giorno. Quest’ultimo, purtroppo, dipende a sua volta da un fenomeno formale più che reale, dal momento che la guarigione effettiva avviene in pochi giorni, mentre la notifica di guarigione deve attendere il ben noto doppio tampone negativo. Succede quindi che le guarigioni tardino, si accumulino per settimane, e poi vengano notificate a blocchi di centinaia o migliaia. Quel dato, e di conseguenza il livello stesso degli attualmente positivi, è un numero che dice poco dell’epidemia, della reale forza residua del contagio, che si misura invece dal numero dei nuovi casi.
Per fare un altro esempio, che di solito rende l’idea, immaginate un treno regionale, pieno di persone, passeggeri pendolari: sono gli attualmente positivi. Volendo, possiamo anche distinguere al suo interno tre collocazioni: la maggior parte dei passeggeri sta in piedi (isolamenti domiciliari), altri sono seduti (ricoverati), e alcuni sono seduti nei posti per invalidi (terapie intensive). Ad ogni stazione (giorno), alcuni passeggeri scendono (guariti e deceduti), altri salgono (nuovi positivi). La differenza tra chi sale e chi scende dà appunto la variazione degli attualmente positivi, il cui totale aumenta all’inizio della corsa (fase crescente dell’epidemia) per poi calare progressivamente, quando ormai salgono poche persone e la maggior parte scende perché è arrivata a destinazione.
Quindi, nessun complotto di forze oscure, nessun trucco sui numeri: ci si concentra sul numero di nuovi casi di ogni giorno perché è quello che ci dice come vanno le cose, quanto circola il virus nella popolazione. Contiamo anche i passeggeri seduti perché i posti sono limitati, non vorremmo trovarci in difficoltà con le persone anziane e fragili, e speriamo sempre che siano in pochi a dover scendere prima del tempo, per così dire.
(Se il numero totale dei passeggeri in piedi vi pare eccessivo, avete ragione: ma non è solo per colpa del virus)”.