“C’è una forte concentrazione di casi nelle aree metropolitane, perché sono quelle più popolate e perché sono quelle dove il trasporto pubblico locale è particolarmente non dico pericoloso, ma rappresenta possibile fonte di circolazione del virus”. Lo ha sottolineato Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), in un’intervista all’Adnkronos sull’attuale situazione in Italia dell’emergenza Covid-19.
In questo momento il coronavirus “sta andando avanti abbastanza al galoppo ma siamo ancora sotto il 35-40% del livello di saturazione. Questo però vuole dire che siamo a rischio perché se è vero che nelle prossime due settimane i casi aumenteranno è chiaro che cresceranno anche i ricoveri ospedalieri. C’è stato un investimento massiccio del Governo – ha ricordato Guerra – nel rafforzare non solo le terapie intensive ma anche quelle sub-intensive e anche la competenza internistica, per cui si possono modificare a seconda del bisogno le degenze ordinarie in sub-intensive e quest’ultime in terapie intensive”.
“A questo punto l’unica strada è rafforzare la prima linea, non basta più il dipartimento di prevenzione sul territorio bisogna, secondo me, assolutamente inserire la medicina convenzionata, i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, che hanno il vantaggio rispetto agli altri di conoscere l’utenza e fare sorveglianza domiciliare molto accurata e proporre il ricovero solo nel momento del bisogno”, ha concluso Guerra.
“Noi dobbiamo fare un contact tracing molto intenso e dobbiamo usare la diagnostica in maniera appropriata. Non possiamo permetterci di avere lo strumento perfetto che poi implica delle code chilometriche e ore di attesa. E’ molto più opportuno per lo screening la diagnostica con i tamponi rapidi che permette lo smaltimento delle persone che non hanno un sospetto clinico e magari sono contatti di contatti. Ci vorrebbe una disciplina per accedere al tampone nei modi e nei tempi che il medico prescrive”.
“Abbiamo tre diverse strade per arrivare a gestire questa epidemia: il vaccino, gli anticorpi monoclonali e una diagnostica più rapida”. Sulla strada per il vaccino “ci sono due aziende che hanno già depositato i dossier preliminari su cui l’agenzia regolatoria europea ha iniziato la revisione. Un’azienda americana, ma sarà seguita da una altra, riuscirà a depositare gli ultimi dati tra novembre e dicembre all’Fda. Ma avremo almeno altri 30 candidati vaccino in fase clinica avanzata – ha ricordato Guerra – Avere un vaccino entro la data simbolo del 31 dicembre è una cosa, ma averlo qualche settimana dopo non va ad incidere troppo su quella che sarà la sfida ovvero di produrre dosi in maniera massiccia e di riuscire a distribuirle a tutti quelli che devono avere un accesso rapido al vaccino: personale sanitario, forze dell’ordine, anziani e pazienti con patologie croniche”.
“Poi ci sono le terapie anti-Covid di cui si parla poco ma sono ugualmente in fase avanzata. Abbiamo anticorpi monoclonali molto innovativi che rappresentano una pagina storica nell’evoluzione della farmacologia. Ci aspettiamo novità importanti per la fine dell’anno e arrivare alla produzione nel 2012 – ha proseguito – E infine, la diagnostica: il ‘golden standard’ che stiamo usando oggi per i tamponi ha tempi abbastanza lunghi, ma già viene affiancato da test più rapidi e attendibili come quelli che vengono usati negli aeroporti italiani”.