“In Calabria, la criticità nasce da un indice Rt piuttosto elevato (1,84). Anche se in questo momento non c’è un numero di casi particolarmente elevato, c’è un aumento della trasmissione in atto, per cui potrebbe diventare più critica in termini di casi nel prossimo futuro. C’è un deficit strutturale in termini di strutture sanitarie potrebbe rendere ragione di una probabilità di occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche superiore al 50%. Questo dato di resilienza del sistema unitamente all’Rt rende ragione del fatto che sia in una fascia più elevata rispetto a quello che potrebbe sembrare”, ha spiegato il direttore Prevenzione Gianni Rezza alla conferenza stampa al ministero della Salute, precisando che per queste ragioni la Calabria è in zona rossa.
“La Calabria si trova in una fase non critica per eccesso di casi ma mostra segnali di preoccupazione e di criticità di carico sulle strutture ospedaliere che mi sembra elevato. Ci sono anche un paio di alert sulla resilienza, sulla numerosità del personale e anche sull’autovalutazione, che dice che “non ce la facciamo a contenere come vorremmo”. Tutti questi parametri fanno sì che in questo momento sia considerata zona rossa. Ma visto che è possibile intervenire precocemente, dal momento che non c’è ancora una massa di casi molto elevata, questo fa sì che la de-escalation sia rapida, che nel giro di un paio di settimane questa situazione possa rientrare”, ha concluso.
Dpcm, Rezza spiega i criteri: “In regioni rosse è possibile esentare alcune zone, dopo due settimane cambieranno classificazioni”