Ieri in Calabria sono sbarcati 177 clandestini di nazionalità afgana, irachena e iraniana. Sono arrivati a bordo di un motopeschereccio nel porto di Roccella Jonica, nel reggino. Ben 93 di loro sono positivi. I migranti sono stati ospitati in una struttura messa a disposizione dal Comune di Roccella, l’allarme per una possibile ulteriore diffusione del virus è alta. Tra i positivi anche alcune donne e bambini: il virus ha colpito interi nuclei familiari. Il dato relativo ai contagi è emerso stamattina dopo l’esito dei primi tamponi rinofaringei a cui, subito dopo lo sbarco, sono stati sottoposti tutti i migranti.
I clandestini sono in isolamento e non hanno contatti con la popolazione locale, ma la loro positività ha fatto salire l’indice Rt che determina la “zona rossa” della Regione Calabria, prorogata giusto oggi dal Ministro Speranza fino al 3 dicembre. Questi 93 positivi vengono conteggiati nel bollettino della Regione e considerati dal Governo come contagi autoctoni. Esattamente come era accaduto con gli sbarchi di fine ottobre, quando il Comitato Tecnico-Scientifico alla luce dei dati forniti compresi i migranti, aveva chiesto la “zona rossa” per la Calabria. Un meccanismo quasi ‘perverso’ e incomprensibile, perché gli immigrati non si sono contagiati in Calabria. In Calabria, “zona rossa”, gli ospedali sono vuoti e indicatori epidemiologici e ospedalieri sono sotto controllo.