“L’evoluzione dell’epidemia risulta molto preoccupante. Secondo i parametri stabiliti il quadro è in via di transizione verso uno scenario di tipo 4, con particolare riferimento ad alcune regioni che già nel breve periodo accusano il rischio di tenuta dei servizi sanitari“: è quanto ha affermato il premier Giuseppe Conte, nel corso delle comunicazioni alla Camera sulla situazione epidemiologica e sulle eventuali ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.
Cos’è lo scenario 4? Cosa prevede il piano dell’ISS?
L’Italia è proiettata dunque verso lo scenario 4, il più grave secondo il piano ‘Prevenzione e risposta a COVID-19’ redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, che prevede diversi scenari e le relative misure da mettere in campo in base all’andamento dell’epidemia.
Lo “scenario 4” si verifica in casi di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo. Uno dei parametri tenuti in considerazione è l’indice di contagio Rt regione per regione. Si entra in allarme rosso quando viene superato 1,5, e sono 13 le regioni che nell’ultimo report dell’Iss risultano oltre la soglia: due di queste superano quota 2, Piemonte (2,16) e Lombardia (2,09). Le altre regioni attenzionate sono la Provincia di Bolzano (1,96), Valle d’Aosta (1,89), Molise (1,86), Umbria (1,67), Calabria (1,66), Puglia (1,65), Emilia Romagna (1,63), Liguria (1,54), Lazio (1,51), Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trento (1,5).
Si devono registrare “incidenza dei casi e gravità cliniche elevate“, con “pressione sostenuta per i dipartimenti di prevenzione e i servizi assistenziali” nelle diverse regioni. Uno scenario a sua volta suddiviso in tre fasce: moderata, alta/molto alta per meno di tre settimane consecutive o alta/molto alta per più di tre settimane consecutive e situazione non gestibile.
In quest’ultimo caso gli obiettivi sono: “Mitigazione della diffusione del virus, riduzione del numero di casi, porre fine alla trasmissione comunitaria diffusa“, ciò per mezzo di “restrizioni generalizzate con estensione e durata da definirsi rispetto allo scenario epidemiologico“, accanto alle “limitazioni della mobilità da/per le zone interessate“, ma anche la “chiusura delle strutture scolastiche/universitarie“, “ed attivazione della didattica a distanza sempre ove possibile“.
Il documento dell’Iss suggerisce, visto il congestionamento del sistema, l’offerta del tampone solo a “casi sospetti e contatti stretti e a rischio, con priorità ai soggetti sintomatici“, una strategia di “semplificazione di contact tracing e sorveglianza attiva“.