Coronavirus, il Sindaco di Varese: “Non c’è più posto nei nostri ospedali”

Il Sindaco di Varese lancia l'appello: "I nostri ospedali stanno raggiungendo la saturazione, non c'è più posto"
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I nostri ospedali stanno raggiungendo la saturazione, non c’è più posto”. E’ l’allarme lanciato all’ANSA da Davide Galimberti, sindaco di Varese, al centro di un territorio dove sono in forte crescita i contagi da coronavirus e i ricoveri. “Da Busto Arsizio a Varese, fino a Tradate, da giorni gli ospedali sono sotto pressione, si è cercato di recuperare posti letto nei vari reparti ma siamo al limite – dice -. L’auspicio è che le misure del lockdown portino in fretta gli effetti sperati e che siano attivati velocemente i Covid hotel, per alleggerire la pressione sugli ospedali che sono al limite”. 

Ieri il Sindaco aveva scritto sul proprio profilo Facebook: “Tremila tamponi positivi nella nostra provincia in un solo giorno. Numeri però che sembra si riferiscano ad analisi sui tamponi effettuati negli ultimi 7 giorni. Come al solito i dati non sono chiari e precisi e questo continua ad essere un enorme problema. Ieri poco più di 150 e oggi questo dato. Una spiegazione può essere la situazione degli arretrati dei laboratori, ma questo va detto chiaramente e spiegato, non possiamo continuare a lanciare numeri senza contestualizzarli, rischiano solo di generare ancora più paura.

Detto questo rimane il gigantesco problema che si sta verificando negli ospedali della provincia con carenza di personale e senza la possibilità di attivare nuovi posti letto e con un virus che continua a circolare. Ogni giorno ricevo telefonate e sms di personale sanitario allo stremo che sta facendo l’impossibile a cui va il massimo sostegno e ringraziamento ma purtroppo sono state fatte scelte scellerate in ambito sanitario e che oggi paghiamo in piena pandemia. Abbiamo anche in provincia ospedali dismessi e spazi che da tempo potevamo occupare con pazienti #Covid19 così da alleggerire gli ospedali ma non abbiamo il personale.

La scelta di applicare “quota 100” anche al personale sanitario senza sostituire tutti coloro che stavano per lasciare il lavoro, possiamo dirlo, come in passato in tanti abbiamo fatto ma senza ascolto, che è stata la più grande sciocchezza che si potesse compiere.

Stiamo chiedendo da mesi i Covid Hotel anche nella nostra provincia e non si vedono ancora. Sarebbero di fondamentale aiuto in questo momento così come i vaccini antinfluenzali. Con questi numeri di positivi e la diffusa paura tra le persone senza una rapida campagna vaccinale si rischia solo di intasare ulteriormente il sistema ospedaliero magari anche solo per una banale influenza. I medici di base mi dicono che sono arrivate pochissime dosi di antinfluenzale.

Basta passerelle per dichiarare ogni giorno che c’è un piccolo intervento. A #Varese vogliamo risposte perché i cittadini e le attività economiche stanno facendo sacrifici e rispettando le misure ma questi numeri spaventano e senza una gestione vera rischiamo di vanificare gli sforzi.

Serve una regia sanitaria comune ed unica con tutte le zone più colpite attorno all’area metropolitana (Varese, Milano, Monza e Como) che possa confrontarsi con tutti i sistemi sanitari e territoriali del bacino maggiormente colpito, una sorta di commissario indipendente da tutte le logiche della Regione anche per gestire la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria dopo l’attenuazione della pandemia.”

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