Il quadro attuale sui contagi da coronavirus è tornato a essere “cupo” nel Regno Unito come altrove “nel breve termine”, ma il governo britannico non si è mosso in ritardo rispetto “agli altri Paesi europei” e “i nostri scienziati sono unanimemente ottimisti sul medio e lungo periodo”. Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson illustrando ai Comuni il lockdown nazionale bis annunciato sabato per l’Inghilterra da giovedì 5.
Johnson ha legato la speranza di “una exit strategy” successiva alla prospettiva di “far abbassare ‘indice Rt” di diffusione dell’infezione “durante l’autunno“, di utilizzare il prossimo mese per rafforzare il sistema di test e tracciamento e portare i tamponi a “500.000 al giorno”, ma soprattutto di un vaccino certificato dalle autorità sanitarie e disponibile su vasta scala entro “il primo trimestre” del 2021.
“Di fronte agli ultimi dati non ci sono alternative” ad un nuovo lockdown a livello nazionale. Con queste parole, il premier Boris Johnson ha illustrato alla Camera dei Comuni la decisione di una nuova serrata, dicendosi “veramente dispiaciuto per l’angoscia che verrà imposta con queste restrizioni”.
Tuttavia, ha spiegato, “non torneremo a un lockdown totale“, poiché le scuole, le università e gli asili rimarranno aperti. Le nuove misure rimarranno in vigore fino al 2 dicembre, dopo di che il Paese tornerà ad un approccio regionale, nel quale le misure restrittive verranno imposte in base alla situazione dei contagi nelle varie aree. Johnson ha riferito che ci sono “reali prospettive” di avere un vaccino nel “primo trimestre del prossimo anno”. Con l’introduzione di nuovi “sofisticati mezzi” per effettuare “test istantanei”, ha aggiunto, sarà possibile sconfiggere il virus “entro la primavera”.