Il presidente della Regione Molise, Donato Toma, racconta alla trasmissione ‘Un giorno da pecora’ in onda su Rai Radio 1 le indicazioni sul nuovo Dpcm emerse dalla conferenza Stato-Regioni. “La chiusura delle regioni dovrebbe esserci dal 4 dicembre e ci saranno delle limitazioni: si potrà tornare solo nelle regioni dove si è residenti o domiciliati“. Durante la Conferenza “ho percepito però che il ministro Speranza era per il massimo rigore su aperture, su cene e su frequentazioni familiari e in merito al coprifuoco ho capito che ci sarà alle 22, ma non è escluso che non sarà così perché il governo ci riserva sempre delle sorprese”. Per quanto riguarda i colori delle regioni, Toma ha detto che “l’indirizzo sembra essere un giallo che coprirà tutta l’Italia. E limitati spostamenti. Ma non sono state prese decisioni, sia chiaro. Io avrei voluto l’apertura dei negozi, dei ristoranti e dei bar fino alle 22 con un controllo molto più serrato sul territorio, perché il problema è davvero sono gli assembramenti. Dentro i locali gli italiani sono molto corretti, è fuori dai locali che si fermano a bere, stanno in piedi, abbassano la mascherina: sono questi comportamenti che dobbiamo evitare”.
“Il nuovo Dpcm dovrebbe entrare in vigore dal 4 dicembre al 15 gennaio, e durante la Conferenza Stato-Regioni, incontro informale, non è stato deciso nulla ma noi come regioni abbiamo presentato una serie di proposte. Tra queste una massiccia campagna di comunicazione che il governo dovrebbe attivare contro gli assembramenti. Tutto dipendente dai comportamenti individuali. Ci vuole grande maturità – ha spiegato – in Germania se la Merkel dice non vi accalcate i tedeschi no si accalcano, lo dobbiamo fare anche noi in Italia”. “Gli assembramenti sono davanti ai bar, ai locali pubblici lì si creano gli assembramenti, quelli pericolosi – ha sottolineato Toma – Noi durante la Conferenza Stato-Regioni, abbiamo fatto una serie di proposte fra cui per esempio l’apertura dei negozi fino alle 23. Poi ogni regione ha le proprie esigenze – ha continuato Toma – però poi il governo deciderà e potrà tener conto e non tener conto. Oggi il governo ci ha solo ascoltati”.