Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico scientifico, ha fatto il punto sulla situazione epidemiologica in Italia: “Le misure hanno funzionato. Vi era significativa preoccupazione che il periodo delle festività natalizie potesse portare a un marcato incremento della circolazione virale, con il relativo riverbero sui servizi sanitari territoriali e sul numero di decessi. Invece la situazione non è sfuggita dal controllo“.
In un colloquio con il Corriere della Sera, Locatelli ha ricordato: “Non dimentichiamoci che l’Italia ha numeri significativamente migliori rispetto a quelli di molti altri Paesi europei. C’è chi ritiene necessario un nuovo lockdown? In Cts non se ne è mai parlato e non sarebbe giustificato dal quadro epidemiologico“.
Per quanto riguarda invece le varianti, secondo Locatelli “non vi sono evidenze” sul fatto che possano portare a “ulteriori restrizioni. È importante continuare e, ancora di più, implementare le misure di sequenziamento delle varianti di Sars-CoV-2, per meglio capire le dinamiche di diffusione virale ed essere pronti, nel caso davvero serva, a prendere le misure del caso. È importante che ci facciamo sempre guidare dall’evidenza dei numeri, mostrando pronta reattività, ma anche nervi saldi nell’interpretazione“.
Il programma vaccinale, precisa l’esperto “non è affatto saltato. Anche se le riduzioni nella fornitura non erano previste, andiamo avanti. Per i due vaccini già approvati (Pfizer-BioNTech e Moderna), avremo a disposizione più di 60 milioni di dosi per immunizzare 30 milioni di persone. L’auspicio è che non ci siano altri tagli“.
“Condivido quanto espresso dalla commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides. Gli accordi vanno rispettati così come i contratti stipulati, non può prevalere la logica di dare priorità a chi ha firmato prima. Inoltre per una rifinitura del piano vaccinale – continua Localtelli – aspettiamo il pronunciamento di Ema rispetto all’approvazione e all’eventuale raccomandazione per differenti fasce di età. Altri vaccini sono in fase avanzata di sviluppo, quelli di Johnson & Johnson e di CureVac. Si attende possano aver presto approvazione, l’Italia riceverà un numero assai elevato di dosi. Per il primo, la fornitura dovrebbe essere di 53 milioni. L’obiettivo è vaccinare il numero più elevato di persone nel più breve tempo possibile al fine di conferire immunità da malattia e, auspicabilmente, anche se le evidenze non sono ancora conclusive, protezione dal rischio di contagiarsi (immunità sterilizzante). È chiaro che la prima condizione per ottenere questo obiettivo è avere il numero di dosi concordate nei tempi previsti“.
Gli anziani “non si perdano d’animo. Il piano vaccinale che è stato sviluppato è fondato in maniera prioritaria sulla tutela dei più fragili e tra questi gli anziani, visto che l’età media dei deceduti è rimasta per tutti questi mesi costantemente sopra agli 80 anni – ha aggiunto Locatelli – Nessuno si è mai rassegnato, e si vorrà mai rassegnare, alla perdita di vite umane e di un patrimonio così prezioso del nostro Paese, come sono gli anziani. Continuano ad essere la priorità“.
I pazienti oncologici “come altre categorie di persone fragili, e tra questi penso, per esempio, ai dializzati oltre che a coloro che hanno ricevuto un trapianto di organo o sono in lista di attesa per riceverlo o ai pazienti con gravi patologie cardiache o polmonari, sono considerati prioritariamente in ragione della loro fragilità per aver accesso ai vaccini approvati e la cui efficacia è chiaramente dimostrata. Il tavolo di lavoro di cui faccio parte, attivato da ministero della Salute e Struttura commissariale, riserva anche a loro la massima attenzione, non ci sono dubbi“, ha concluso Locatelli.