Dante, la cupola della cattedrale di Firenze e le placche tettoniche: tutto crolla se sottoposto a tensione

La diciottesima puntata dell'avventura di MeteoWeb tra geofisica e letteratura: la Divina Commedia di Dante Alighieri analizzata con l'occhio della scienza
MeteoWeb

La Cupola

La cupola della cattedrale di Firenze, città natale di Dante, domina l’orizzonte e da circa 600 anni affascina i visitatori. Non c’è bisogno di guardare altrove per comprendere le placche tettoniche. Le placche sono parti di cupole, rappresentano la copertura di una Terra sferica. Le placche si possono visualizzare più come scodelle rovesciate che come piatti e stanno insieme perché si comportano come cupole.

Aggregati di mattoni e pietre si muovono in armonia, se sono spinti dalla compressione di ciascun elemento nei confronti del suo vicino, ma gli strati di mattoni non tollerano un’eccessiva tensione. Il segreto di cupole e placche tettoniche è il fatto che le rocce e gli aggregati di roccia e cemento sono forti se in compressione, ma crollano se sottoposti a tensione. Le spaccature, per sopravvivere, richiedono tensione. Se mai la cupola crollasse, è probabile che ciò sia causato dallo stato di sforzo interno più che da un oggetto esterno.

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   Dialogo

DA Perché la placca agli antipodi è così grande?

V Soprattutto perché è in compressione, come la Cupola del Brunelleschi.

DA Come possiamo sapere quando inizia a crollare?

V Quando vapori caldi cominciano a sfuggire da punti caldi e da crepe. Il Monte del Purgatorio è costruito su tale contesto di precarietà. Diventerà una linea calda e poi un nuovo margine di placca.

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L’isola di Pasqua sorge su di una serie di fessure, che si estendono dall’East Pacific Rise (una dorsale medioceanica) alla costa del Cile (una profonda trincea) e si trova sul bordo della microplacca di Pasqua. Questa microplacca gira su se stessa, come le anime dell’Inferno, perché da tutte le parti è intrappolata tra placche gigantesche. Le microplacche si formano quando le crepe più grandi si diramano, mordendo un pezzo di un’altra placca. La microplacca di Pasqua è circondata da dorsali vulcaniche. Propagazione di spaccature, propagazione di dorsali, microplacche, vulcani e terremoti sono la prova che una placca sta cominciando a rompersi.

CANTO XIV                  IL VULCANO

Virgilio spiega a Dante che la montagna del Purgatorio sorge nel bel mezzo dell’emisfero meridionale della Terra, agli antipodi di Gerusalemme. Quando Lucifero cadde dal Cielo fino al centro della Terra, il materiale che ne eruppe formò una montagna dai ripidi pendii. Da questi accenni si desume che il Purgatorio è un’isola vulcanica nel Pacifico Meridionale. In Italia ci sono vulcani in Sicilia e a Napoli, ma Dante ha iniziato il suo viaggio verso l’Inferno partendo da Firenze. Al contrario Jules Verne immagina che i suoi eroi entrino in un vulcano in Islanda ed emergano da un vulcano in Italia. Dante parte dall’Italia ed emerge, probabilmente, all’Isola di Pasqua. Ci sono diverse possibilità. Supponiamo che il Purgatorio sia un vulcano e “il dilettoso monte”, ovvero il monte della Gioia, sia una mini-Alpe. Le moderne teorie, atte a creare isole vulcaniche nel Pacifico del Sud, sono fantasiose come quelle di Dante.

La maggior parte dei geologi non è favorevole all’ipotesi dell’impatto extraterrestre circa l’estinzione dei dinosauri, né condivide la spiegazione di Dante, relativa alla formazione dei vulcani, con la caduta di un angelo extraterrestre. Alcuni geofisici, però, pensano che  imponenti eventi vulcanici possano causare estinzioni di massa. Alcuni geochimici credono all’esistenza di vulcani che eruttano in superficie materiale proveniente direttamente dai pressi del centro della Terra. Questa è la teoria dantesca del Diavolo ovvero dell’Angelo Caduto. Se il Monte del Purgatorio è dovuto alla caduta di Satana dal Cielo sulla Terra, allora l’isola di Ascensione è dove Cristo ascese dalla Terra al Cielo …

Vulcanologi

L’odore di zolfo è forte, ma non sgradevole per un peccatore.
                                               Mark Twain (1866)

Chiamati così dal dio Vulcano, i vulcanologi sono bizzarri. Si dirigono verso vulcani in eruzione e camminano sui nuovi flussi di lava. Alcuni di loro vivono in cima a vulcani. Se il loro vulcano non è in eruzione, vanno su uno che lo è. Mammoth Mountain è un vulcano. Ed anche una stazione sciistica. La Camera di Commercio non gradisce i vulcanologi della USGS, che affermano che la loro montagna potrebbe scoppiare. Tale minaccia indispone gli sciatori e svaluta le proprietà. Quando il geologo capo della USGS Dave Hill fu incaricato di monitorare la montagna, la gente del posto non ha percepito il significato recondito del suo nome. Gran parte del Kansas è coperto dalla cenere dell’ultima eruzione di questa montagna, che è stata ridotta ad una collina a causa di tale fenomeno. Un Hill (Collina) è stato responsabile di questa montagna. Un Dave (Davide) contro Golia.

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Dialogo

SPACCATURE E TRACCE – Un’Assistenza legale del Diavolo

Dante Alighieri e Virgilio sono in un piccolo bosco nel nord Italia. Dante ha le stesse iniziali dell’Avvocato del Diavolo, di District Attorney (Procuratore Distrettuale) e di Donna Anna, dama sospettosa e inquisitrice di Don Juan. DA è simbolo di un cercatore della verità: qualcuno che impara e insegna facendo domande, secondo la tradizione socratica(10). Socrate era un cittadino della Democrazia di Atene. Socrate era la ‘Dote di Atene’, fino a quando fu giudicato dai suoi pari. Malgrado l’opinione comunemente accettata e nonostante Walt Disney(11), DA non si riferisce a Deficiente Accademico oppure a Doloso Autore, anche se Dante ha costantemente inserito se stesso nel suo copione. Per confondere ulteriormente le cose il Demone Angelico del Basso Inferno è il primo Diavolo dall’Alto, luogo in cui Lucifero si trovava prima della caduta.

DA Ho visto un sentiero nella selva, con un mostro nero che eruttava fumo.

V Sembra che sia l’Etna, ma l’Etna è di gran lunga più a sud.

D Forse il fumo viene emesso dalla porta dell’Inferno. Forse il terreno viene trascinato attraverso la Cavità e si crea una traccia. Potrebbe essere questo il caso?

V Devi usare  la ragione.

DA   Beh, quando ho guardato, non stava muovendosi, ma il solco è progredito. E c’erano dietro molti giganti morti, non fumanti, come il vecchio Etna. Deve essere successo che questi siano passati sopra la porta dell’Inferno, fritti e poi essiccati.

V Quindi il solco è il risultato del ondeggiamento su una buca infernale della nostra crosta instabile, quando essa si muove verso le Alpi innevate?

DA   Questa è una buona teoria. La teoria della Buca infernale o Punto caldo. Si sa che le buche infernali non possono muoversi. Satana è congelato nella sua posizione. Etna e Stromboli non si muovono come i treni. Il guscio fragile del nostro pianeta si muove sotto di loro. Questo potrebbe spiegare la presenza delle tracce!

V Il mostro fumante non può muoversi lungo una vecchia pista? Forse la traccia era lì prima che il mostro fumante fosse eretto. Forse la traccia è una crepa. Forse la Terra è un vaso incrinato, pieno di vapore.

DA Sto ponendo le domande! Forse ci sono due risposte a ogni domanda. I filosofi si preoccupano di causa ed effetto, non è vero?

V Post hoc ergo ante hoc 

ALICE E l’uovo e la gallina.

I Vulcani 

Il piccolo principe viveva su un piccolo pianeta. Prima di partire, mise bene in ordine il suo pianeta. Spazzò con cura il camino dei suoi vulcani in attività. Possedeva due vulcani attivi. E ciò era molto comodo per scaldare la colazione del mattino. E possedeva anche un vulcano spento. Ma, come lui diceva, “non si sa mai” e così spazzò anche il camino del vulcano spento. Se i camini sono ben puliti, bruciano piano piano, regolarmente, senza eruzioni. Le eruzioni vulcaniche sono come gli scoppi nei caminetti.
                                            Antoine de Saint-Exupery
                                            Il Piccolo Principe (1943)

Il Piccolo Principe aveva una teoria sui vulcani. In realtà, molto più precisa di alcune teorie attuali.

Secondo una teoria, le temperature interne della Terra sono così alte che è possibile veder apparire un vulcano quasi ovunque. Jules Verne credette a questa teoria, in base alla quale si presuppone che il guscio esterno della Terra sia forte, soprattutto quando è in compressione e che i vulcani per lo più si manifestino ai confini delle placche, dove il guscio è più debole o in estensione. Secondo questa teoria, mantenere pulito il vulcano permette al magma sottostante di risalire e fuoriuscire.

Nel Modello Standard il mantello è freddo. Alcuni vulcani sono dovuti a getti di mantello caldo, localizzati immediatamente sotto il vulcano. I vulcani si manifestano dove il mantello è particolarmente caldo, non dove la placca è rotta. Il professor von Hardwigg(12) non sarebbe stato in grado di entrare nel mantello in Islanda il primo di luglio, l’inizio delle vacanze estive, e di uscire a Stromboli  il 28  settembre, giusto in tempo per la scuola. Avrebbe dovuto viaggiare verso il nucleo e ritorno. Allo stesso modo alcuni studiosi mettono in dubbio la veridicità e la velocità di Dante.

Secondo la mitologia greca, le eruzioni del Monte Etna in Sicilia sono provocate dall’agitazione del gigante Tifone, intrappolato sotto il vulcano. Quando Tifone diventa inquieto, Zeus lancia fulmini sulla Terra per tenere il mostro sotto controllo.

Nella teoria del pennacchio non risulta per niente utile ripulire il vulcano. Se non si trova sopra un pennacchio, non erutterà. Se si trova sopra un pennacchio, erutterà comunque. La placca è indebolita e riscaldata solo dove ci sono pennacchi. I vulcani sul confine della placca, su dorsali sismiche e archi insulari (l’ ‘anello di fuoco’), hanno origini diverse e sono una parte della tettonica delle placche. “Punti caldi” e “pennacchi” sono qualcosa di speciale.

I prerequisiti per la formazione dei vulcani sono la presenza di una sorgente di magma e di uno sforzo tensivo. Tutti i vulcani – probabilmente la maggior parte – si sono innalzati su faglie. Una volta che una crepa si è aperta, il conseguente calo di pressione e la fluidità del magma gli permettono di scorrere rapidamente. L’innalzamento di un vulcano è un processo auto-limitante. Appena il vulcano cresce, crescono gli sforzi compressivi e diventa più difficile far risalire magma alla vetta. Il carico preme sulla placca e causa la formazione di spaccature laterali. La presenza di vecchi vulcani attivi e di un campo di sforzo regionale introduce asimmetria nel sistema; i dicchi (filoni di magma solidificato) forniscono efficaci rappresentazioni del campo di sforzo. Ad un certo punto è più facile deviare magmi ed avviare nuovi vulcani, che pagare il costo energetico per la costruzione di un vulcano più alto attraverso il vecchio sistema di condutture. Il nuovo vulcano fa da contrafforte al vecchio, chiudendo le condutture, ma si è indebolito ai fianchi, per consentire l’apertura del condotto. Il magma migra dal mantello e forma stagni, sotto la placca, lontano dalle regioni di litosfera depressa, derubando i vulcani più anziani per nutrire il giovane vulcano. Così, la crescita vulcanica è auto-limitante e le catene vulcaniche sono in auto-propagazione. Una volta avviati, i vulcani, marciando, possono attraversare una placca. Le catene vulcaniche indicano l’orientamento del campo di sforzo e la tessitura del fondo marino, non la direzione di migrazione della placca. I bruschi cambiamenti di direzione, la velocità e l’attività della catena hawaiana riflettono i cambiamenti nello sforzo e un complesso meccanismo di reazione tra costruzione, erosione, fratturazione litosferica e formazione di contrafforti di origine vulcanica.

Le forze che muovono le placche cambiano molto lentamente. Le lastre dense vengono assimilate molto lentamente nel mantello. Le dorsali muoiono gradualmente, ma le placche in ispessimento continuano a creare tensione. Le sollecitazioni locali, però, possono cambiare rapidamente e possono agevolare o bloccare l’ascesa del magma. La formazione o l’erosione di un vulcano può spezzare una placca. I grandi archi insulari, tendendo la placca in direzioni diverse, agiscono come un enorme seghetto da traforo (jigsaw) o come una griglia di stiramento, simile al letto di Procuste, facendo a pezzi la placca del Pacifico. La forza è tale che la placca si muove faticosamente verso nord-ovest.

La placca del Pacifico era una piccola placca triangolare situata agli antipodi di Pangea, quando il supercontinente iniziò a sgretolarsi. Anche se l’Oceano Pacifico ancestrale copriva più della metà del pianeta, le placche tettoniche sottostanti si frammentarono e scomparvero. La placca ancestrale del Pacifico crebbe molto, come fece l’Impero romano, estendendo i suoi confini e annettendo placche vicine. Giganteschi altipiani vulcanici di tipo oceanico si formarono ai tre angoli, dove convergevano tre dorsali tracimanti. Non appena la placca del Pacifico si espanse, si definirono tracce vulcaniche e altipiani oceanici dietro le linee del fronte.

Dante Alighieri viaggiò fino al centro della Terra e ritorno nel periodo di Pasqua nel 1300; la risalita dal centro agli antipodi durò tutto il Sabato Santo e Dante uscì “a riveder le stelle” la Domenica di Pasqua. Il che richiede di percorrere 1800 chilometri al giorno, che è circa quattro volte la velocità di un ascensore superveloce a New York City. Nella risalita dall’Inferno al Purgatorio ed al Paradiso, la sua velocità media fu quasi la stessa di quella di un odierno viaggiatore, che va da Los Angeles, attraverso le varie frontiere, a Milano e poi a Firenze; e qualcuno potrebbe dire che l’analogia è appropriata(13).

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Glossario

adamantino – che non può essere spezzato; inamovibile; per durezza e lucentezza come il diamante. Zeus rese inamovibili le isole,  attaccandole alla Terra con catene adamantine. Il mito di isole immobili in un mare turbolento iniziò con Zeus ed Apollo.

almandino – una varietà di granato di colore rosso intenso; il granato è il minerale più denso che appare nel mantello superiore e si scioglie facilmente. Quando le rocce del mantello fondono, il granato scompare, la roccia diventa leggera e può galleggiare. La maggior parte della convezione è guidata dalla dilatazione termica. Nella Terra la tettonica, in presenza di granato, è molto più attiva. Se non fosse per il granato e l’acqua del mantello superiore, la fusione sarebbe difficile e, per conferire calore e materiale, potrebbero essere necessari dei pennacchi, se essi fossero fisicamente possibili.

zone di frattura – grandi cicatrici sul fondo del mare, che si sono formate per il disassamento del sistema dorsale globale. Alcune di queste iniziarono come

zone di taglio – nei continenti, prima della formazione del mare. Queste sono chiamate anche

cinture mobili – che spesso si formano tra

cratoni – che sono i vecchi nuclei dei continenti, principalmente del Precambriano

Archons – le radici profonde dei cratoni; i cratoni dell’Archeano.

faglie trasformi – faglie sismicamente attive tra dorsali dislocate in espansione

tensione – la forza che tende a stirare le placche o le faglie. Una placca sotto tensione probabilmente si spezzerà in due placche. Quando le placche si allontanano, il magma fuoriesce passivamente

passivo – quando le placche si allontanano, il magma fuoriesce passivamente 

magma – il materiale che fuoriesce dai vulcani hawaiani. Quando è solidificato, diventa un basalto

Purgatorio – un’isola-montagna nel Pacifico Meridionale, agli antipodi di Gerusalemme. Dovrebbe essere un’isola vulcanica, forse Pasqua, Natale, Pitcairn o Tahiti

Uomo di paglia – una teoria artificiale messa su solo per provocare la discussione. La posizione di un Avvocato del Diavolo. Inoltre, soprannome dello Spaventapasseri nel Mago di Oz

Vesuvio – un vulcano in Campania. Ha distrutto Pompei e molti orti atti a fornire verdure per pasta(14) e … Plinio il Vecchio

Etna – un vulcano in Sicilia

Seghetto da traforo (jigsaw) – uno strumento per tagliare con precisione; puzzle: un insieme di pezzi, come un guscio rotto.

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Al di là di pennacchi e tettonica delle placche

Esaminiamo le dispute dei filosofi, cominciando col
capovolgimento completo, prodotto negli ultimi 25 anni, nella
nostra comprensione della Storia della Terra ….
                                  Tjeerd Van Andel
                                  Racconti di un vecchio oceano (1982)

La placca del Pacifico non è solo la più grande del mondo, ma è la più veloce nel muoversi e un tempo era la più rapida nella crescita. La parte settentrionale viene trascinata a nord-ovest dalle dense lastre sottostanti Aleutine, Kamchatka, Curili, Giappone, Filippine ed Archi delle Marianne. I vulcani del Pacifico Meridionale sono i primi indicatori di screpolature e spaccature della massiccia placca del Pacifico.

La Polinesia e le isole Nazca al largo del Cile violano ogni aspettativa dell’ipotesi dei punti caldi e dei pennacchi. Nel vulcanismo non ci sono rigonfiamenti o anomalie gravitazionali, né progressioni di età; le catene si muovono nelle direzioni sbagliate, le isole vanno su e giù, come sugheri al rallentatore; c’è vulcanismo simultaneo e di lunga durata lungo alcune catene. L’ipotesi della crepa, con lo sforzo che controlla l’attività vulcanica, funziona bene: è come aprire un rubinetto, l’acqua è sempre lì pronta a sgorgare. Oppure è come fare, in inverno, un buco col trapano in un lago del Minnesota per andare a pescare sul ghiaccio. Le placche tettoniche sono piene di crepe e alcune di queste spaccature si trasformano in catene vulcaniche.

Gli Oceani Atlantico e Indiano sono oceani nuovi, creatisi in seguito al frantumarsi del supercontinente della Pangea, la quale spedì i suoi cocci ad alta velocità verso l’Asia ed il Pacifico. Appena i frammenti continentali divergono, le fessure che si formano tra loro – dorsali medioceaniche – cercano di rimanere centralizzate nello spazio oceanico, dato che riversano all’esterno il calore accumulato dal mantello della Pangea. Vi è una relazione intima tra dorsali medioceaniche e isole vulcaniche, i punti caldi. Alcuni punti caldi si sono formati nei pressi di margini continentali, alcuni lungo faglie che si estendono nel continente e che erano attive quando il supercontinente ha iniziato a rompersi. La contrazione del nostro pianeta è una teoria scartata, tuttavia la contrazione di placche che si raffreddano è la causa della loro rottura e della conseguente apertura di crepe e di fuoriuscita di magma. Il raffreddamento più rapido e la conseguente fratturazione avviene vicino alla dorsale, dove le placche sono giovani. Là è il luogo in cui si trova la maggior parte delle isole vulcaniche.

Alcuni scienziati della Terra vorrebbero conoscere i movimenti delle placche e dei continenti rispetto a qualche altro punto fisso nell’interno della Terra. Il geologo canadese J. Tuzo Wilson propose, circa 40 anni fa, che le catene di isole, come ad esempio la catena hawaiana, avessero origine nel mantello inferiore, poiché pensava che il mantello inferiore fosse rigido, non in convezione e che il movimento del mantello fosse essenzialmente limitato all’astenosfera,  lo strato debole situato nel mantello superiore. Se la placca è in movimento e la fonte di calore è fissa, allora una catena di vulcani sarebbe disposta sulla superficie nello stesso modo in cui si muove un addetto alle saldature nel farne una o per sigillare una crepa. Praticamente è  come se il saldatore stesse seduto su un pavimento di cemento e la piastra metallica si muovesse davanti a lui, come in una catena di montaggio. La filosofia di J. Tuzo Wilson ha avuto una così grande influenza sul pensiero geologico moderno, che egli avrebbe dovuto essere chiamato il Bacone Canadese (Canadian Bacon). La teoria alternativa è che una faglia si propaghi nella direzione opposta a quella in cui si muove la placca: come, in Nuova Zelanda, un’automobile in movimento verso nord si fa sbrigativamente strada attraverso un gregge di pecore in movimento verso sud. Il fenomeno potrebbe essere lo stesso, anche se meno cruento, se l’auto fosse parcheggiata sulla strada in mezzo alle pecore in movimento verso sud. Nessuno crede più che il mantello sotto l’astenosfera sia rigido, ma quasi tutti credono alla teoria basata su tale errore.

Una crepa che si apre o che si propaga potrebbe essere o una nuova crepa o, più probabilmente, una fenditura preesistente. L’apertura funziona come quella di un sacchetto con chiusura ziploc o con una striscia di velcro. Ziploc e velcro sono più facili da aprire o strappare partendo da una estremità, piuttosto che partendo dalla metà o applicando una tensione simultanea su tutta la lunghezza. In più, l’apertura di tipo ziploc o velcro dà origine ad una catena vulcanica con età progressiva, ma sarebbe improbabile che il vulcano all’estremità della fessura rimanesse immobile rispetto al mantello profondo o ad altri vulcani.

Le lastre sono fredde, robuste, dense e sono le candidate più probabili per ancoraggi sul mantello profondo, se si è alla ricerca di un sistema di riferimento fisso. Utilizzare un pennacchio caldo come un punto di riferimento fisso è come dare indicazioni in Kansas, “girare a sinistra al prossimo tornado!” o dipingere una “X” sul fianco della vostra barca a remi, per segnalare un buon punto di pesca. Tutto è relativo. Tutto si muove.

Il sistema di riferimento dei punti caldi ha funzionato bene e quindi è stato visto come fondamentale. Anche il sistema celeste tolemaico ha funzionato bene e, di conseguenza, era visto come fondamentale. Successivamente fu sostituito dai sistemi di Copernico, di Newton e di Einstein, anche se ciascuno dei sistemi precedenti aveva spiegato esaurientemente molti fatti. L’astronomia tolemaica medievale, pur contenendo alcuni concetti bizzarri, fu in accordo con le osservazioni più di quanto non lo fosse l’astronomia copernicana, prima della scoperta da parte di Keplero delle orbite ellittiche.

L’esistenza di un sistema di riferimento fisso nel mantello profondo era basata sull’idea che non ci fosse convezione nel mantello profondo stesso, essendo questo un guscio rigido dove poter ancorare pennacchi. Fino a quando la tettonica delle placche non ha vinto la battaglia, la mentalità del geologo percepiva i continenti come ancorati ad un mantello rigido. I continenti ora sono alla deriva, ma piccoli vulcani negli oceani sono ancorati al mantello rigido oppure si muovono lentamente, trascinati dal flusso nel mantello.

Le spaccature ed il vulcanismo controllato dallo stato di sforzo, vale a dire le idee di Dana, Jackson, Shaw, Walcott, Turcotte e Oxburgh, sono state respinte in quanto giudicate non rilevanti, perché allora si pensava che tutte le isole oceaniche fossero immobili. Le estremità delle fessure che si propagano non dovrebbero essere fisse ed ora sappiamo che non lo sono. Il Gatto del Cheshire sorride.

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Dialogo

ESPANSIONE E CONTRAZIONE

ALICE Ma questi geologi non sanno proprio niente? Caldo, freddo; espansione, contrazione; sopra-sotto,  sotto-sopra; tutto è fisso, niente è fisso. Questa è una strana scienza.

 DA   Niente affatto. I cosmologi hanno lo stesso problema. Soltanto che usano parole comuni per idee non comuni. Discutono se l’universo è aperto, chiuso o piatto.

ALICE   Cosa significa?

DA   Significa espansione o contrazione! L’universo potrebbe essere in espansione illimitata o, da un certo momento in poi, in contrazione accelerata. E i cosmologi discutono su queste cose.

ALICE E tu, come lo sai?

DA   Virgilio e Beatrice me lo hanno insegnato. Inoltre Einstein pensava che la sua Costante Cosmologica fosse la sua più grande cantonata, ma ora sembra indispensabile accettare che l’universo si espanda a ritmo sempre crescente.

ALICE Vuoi dire che Einstein si sbagliava?

DA Solo perché pensava di essere in errore!

ALICE Allora, la Terra è in espansione o in contrazione?

LEWIS   La risposta è sì. Pensa a questo fatto. L’Oceano Pacifico si sta contraendo, ma la placca del Pacifico si sta espandendo.

DOROTHY   Sembra che gli piacciano quei puzzle logici.

ALICE Sì. Lui me ne sta proponendo continuamente. E’ un Professore  di Oxford, sai. Mi ha anche costretta a prendere pillole e pozioni di Espansione e Contrazione.

DA   E’ il momento di passare alla Metafora. Come si può articolare qualcosa senza allegoria ed allitterazione?

ALICE   Penso che ci stiamo avvicinando al centro!

NOTE

10. DA: Don Anderson. Iniziali dell’Autore di questo libro.
11. Walt Disney (2016). L’Inferno di Topolino e altre storie ispirate a Dante Alighieri, Giunti editore.
12. Il professor Otto von Hardwigg ovvero Liedenbrock, protagonista di “Viaggio al centro della Terra” di J. Verne.
13. La metafora è costituita da Los Angeles-Inferno, Milano-Purgatorio, Firenze-Paradiso, comprensiva dell’ironico ossimoro de “Los Angeles-Inferno”.
14. Alcuni piatti tipici dell’Italia meridionale: Orecchiette e rape, pasta e ceci, pasta e fagioli, pasta con friarielli…

Al seguente link è possibile leggere tutte le puntate del viaggio di MeteoWeb nella Commedia di Dante Alighieri:

https://www.meteoweb.eu/category/dante-alighieri-marco-polo-divina-commedia/

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