Dovrebbe essere oggi, Giovedì 22 Luglio, il giorno decisivo per l’approvazione del nuovo decreto adottato dal governo per fronteggiare la nuova ondata epidemiologica provocata dall’avanzata della Variante Delta. I contagi sono tornati ad aumentare al punto che siamo di nuovo sui livelli di metà Maggio, oltre due mesi fa. I morti e i ricoverati, però, sono ancora molto contenuti: gli ospedali sono semi vuoti e il tasso di mortalità è crollato a poche unità giornaliere. E’ però prematuro sbilanciarsi e dire che è tutto merito dei vaccini: il ricovero e l’eventuale decesso si verificano con un “ritardo” di 2-3 e 3-4 settimane rispetto al momento del contagio, e l’aumento dei nuovi casi è iniziato soltanto da pochi giorni quindi per vedere l’effetto di questa nuova impennata, tra l’altro ancora contenuta, del contagio sugli ospedali e nella mortalità, dovremo aspettare almeno metà Agosto.
Il punto sui vaccini in Italia: immunizzata la metà di tutta la popolazione Nazionale, ma più dell’80% degli anziani
Intanto in Italia è vaccinato il 91% degli over 80, l’84% dei settantenni (70-79) e il 75% dei sessantenni (60-69), quindi la stragrande maggioranza delle persone nelle fasce più a rischio di morte si è già immunizzato. Se il vaccino riuscirà a proteggere anche dalla variante Delta, quindi, non dovremo assistere ad un aumento significativo dei decessi, anche con lo stesso numero di contagi delle precedenti ondate. Complessivamente in Italia vivono 18 milioni e 126 mila ultra 60 enni, di questi soltanto 3 milioni e 240 mila non sono vaccinati (il 17,8%), quindi rispetto alle precedenti ondate non dovremmo avere analoghe rispercussioni sui ricoveri e soprattutto sui decessi. La situazione è molto diversa per le altre fasce d’età. Complessivamente tra i 12 e i 59 anni in Italia vivono 35 milioni e 883 mila persone. Di questi, sono vaccinati 19 milioni e 865 mila pari al 55%. Abbiamo quindi un 45% di non vaccinati tra i 12 e 59 anni, che sono più di 15 milioni, a cui si aggiungono i circa 6 milioni di bambini (under 12) per cui la vaccinazione non è stata neanche autorizzata, e gli oltre 3 milioni di over 60 che non si sono vaccinati. Complessivamente, quindi, considerando anche i bambini, non è vaccinato il 47% degli italiani mentre è vaccinato il 53% dell’intera popolazione nazionale regolare. Verosimilmente la copertura scende ancora considerando la popolazione irregolare, i circa 2 milioni di clandestini stimati nel Paese, che non ha accesso alle vaccinazioni. In ogni caso l’elemento più importante è la copertura quasi totale delle fasce più a rischio, che dovrebbe evitare numeri ospedalieri e di mortalità analoghi alle precedenti ondate.
Gli ultimi aggiornamenti sul decreto del Governo
Al momento non è stata ancora convocata la cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi per definire l’intesa del nuovo decreto Covid, che conterrà la proroga dello stato di emergenza, le norme per il green pass e i nuovi criteri per la definizione dei “colori” delle regioni. La convocazione, secondo quanto si apprende da varie fonti ministeriali, non è stata al momento diramata, neppure in via informale. L’intenzione, però, spiegano fonti di governo sarebbe quella di arrivare oggi in Consiglio dei ministri, dopo i passaggi nella stessa cabina di regia e la conferenza Stato-Regioni. Questo, si precisa, salvo slittamenti dell’ultimo momento, che al momento non possono essere esclusi. Sul decreto è andato avanti per tutta la giornata di ieri, e anche stamani, il confronto nella maggioranza, reso particolarmente intenso dalla contrarietà della Lega di Salvini a un uso estensivo del Green Pass. Il leader leghista si trova d’accordo a un uso del Green Pass per come indicato dalla Conferenza delle Regioni, che ieri ha presentato le proposte dopo il tavolo di lavoro dei Governatori. Secondo le Regioni, per quanto riguarda i colori, bisognerebbe passare in zona gialla soltanto se viene raggiunto il tasso di occupazione dei posti letto del 20% nei reparti di terapia intensiva e del 30% per i reparti ordinari. Il Cts, invece, suggerisce al governo il passaggio in zona gialla con il 10% delle terapie intensive e il 20% dei reparti occupati. Spetta ora al governo trovare una sintesi tra le due posizioni. Le Regioni, inoltre, propongono di utilizzare il Green Pass in tutt’Italia soltanto per i grandi eventi a rischio assembramento che oggi sono vietati (discoteche, grandi concerti, stadi), e di renderlo più restrittivo ad altre attività soltanto nelle Regioni che eventualmente entreranno nelle fasce di colore più scuro, in base alla situazione dei ricoveri, lasciando di fatto tutto com’è oggi in zona bianca, senza Green Pass per tutte quelle attività che già oggi sono consentite.
Stamattina, intanto, il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha spiegato che “Tra Governo e Regioni non c’è accordo sul Green pass in zona bianca. Ma parlare di non accordo è prematuro perchè nella realtà il confronto con il Governo non è ancora cominciato“. La proposta messa dalle Regioni sul tavolo – spiega – è “sostituire le chiusure delle attività con il Green pass. Quando un’attività dovrebbe essere chiusa in ragione delle misure di contenimento del covid, questa resterebbe aperta ma solo con il Green pass“.
Il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha aggiunto: “Noi abbiamo fatto una proposta e su questa discutiamo con il Governo. Non penso debba essere una lotta di forza tra Regioni e Governo, bisogna trovare punto di incontro utile al Paese. Stiamo lavorando in modo costruttivo con il Governo – ha aggiunto – ci stiamo sentendo regolarmente. Questo pomeriggio avremo un altro incontro e vediamo che punto di caduta riusciamo a trovare per dare risposte al Paese in questo momento“.
Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, è in sintonia con la proposta delle Regioni. “Stiamo lavorando per tutelare la salute, quindi per portare al vaccino i milioni di italiani sopra i sessant’anni che ne sono ancora scoperti, ma senza parlare di multe, di obblighi, di chiusure o divieti o raccapriccianti proposte che sento come l’obbligo per i ragazzi di 13 anni e per gli insegnanti o licenziamenti di operai” ha detto il leader leghista in un’intervista al Giornale “Tutelare la salute sì, – aggiunge – mettere in sicurezza chi ancora non è vaccinato sì, ma escludere dalla vita sociale domani per decreto 20-30 milioni di italiani assolutamente no“. Quanto al green pass, “può essere uno strumento utile per accedere a grandi eventi come concerti o partite di calcio, non può diventare un ulteriore appesantimento burocratico per i cittadini. Tradotto: non si può pretendere il green pass, per esempio, per chi ordina un semplice caffè al bar“. Si discute di green pass leggero: “Ritengo ragionevole la proposta delle Regioni: nessuna scelta traumatica e improvvisa“. Per Confindustria il pass va andrebbe esteso addirittura ai luoghi di lavoro. “Parlare di licenziamenti è incredibile. Non sono d’accordo con l’obbligo: ribadisco che mi vaccinerò presto, ma ritengo che i cittadini debbano essere informati per poi scegliere liberamente. Altrimenti si arriva a una imposizione mascherata. Non è un principio liberale e democratico“. In merito, invece, all’obbligo di vaccinazione per gli insegnanti: “No. Devono essere ‘obbligati’ a far bene il proprio mestiere. Peraltro, grazie al cielo, le statistiche confermano che i ragazzi più giovani possono affrontare il covid senza gravi rischi per la propria salute. Aggiungo una cosa: è curioso che per il presidente della Camera Fico il green pass possa riguardare gli italiani e non i parlamentari“, ha concluso Salvini che poi stamattina in un altro intervento ad Agorà estate su Rai3 ha aggiunto: “Leggo di un aumento dei contagi, mi piacerebbe leggere anche che i ricoverati nelle terapie intensive sono diminuiti. Centocinquantasei letti occupati su 8.400 disponibili, meno del 2%. Le terapie intensivesono vuote, perché i giornalisti non ne parlano? Così non si fa un buon servizio all’informazione. Sulla proroga dello stato d’emergenza deciderà il presidente Draghi. A me interessa non rovinare la vita di milioni di italiani che ancora non sono coperti dal vaccino. Molti non possono vaccinarsi, per motivi di salute. Complicare la vita a queste persone con l’obbligo del Green pass? Non scherziamo. Non possiamo fermare a metà luglio una stagione turistica che sta faticosamente ripartendo. Soprattutto in un momento in cui, anche se risalgono i contagi, le terapie intensive restano quasi vuote“.
I dubbi della fondazione Gimbe sul Green Pass: “Non si può chiedere a chi entra in locali ed esercizi se non c’è l’obbligo vaccinale per chi in quei locali ed esercizi lavora”
“In questa fase della pandemia il Green Pass può giocare un ruolo cruciale: è efficace nel limitare la circolazione del virus e permette il rilancio in sicurezza di alcuni settori, prevenendo il rischio di un ritorno a eventuali restrizioni“. Tuttavia, “nel breve termine l’utilizzo del Green Pass si scontra con alcuni ostacoli che devono essere rimossi“. La Fondazione Gimbe, nel suo monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia di Sars-CoV-2 in Italia, ribadisce la propria posizione sul certificato, esortando le forze politiche a “non polarizzare ulteriormente gli estremi” sul suo impiego. “L’attuale indisponibilità di vaccini – analizza la Fondazione Gimbe – discrimina chi è in attesa della vaccinazione, anche per la mancata gratuità dei tamponi in diverse regioni“. Inoltre “servono strumenti e risorse per verificare sistematicamente le certificazioni nei luoghi dove sono richieste“, e “manca una legge sull’obbligo vaccinale per chi lavora in locali ed esercizi dove viene richiesto il Green Pass“. Il certificato, dunque, “può avere un’applicazione immediata per i grandi eventi (sportivi, musicali, fieristici, congressuali) e i mezzi di trasporto come aerei, navi e treni a lunga percorrenza“, ed “eventualmente anche per cinema e teatri. Ma a breve termine il suo utilizzo per ristoranti e soprattutto bar è più complesso. Risulta invece più ardua una sua implementazione per il trasporto locale e altri servizi essenziali (supermercati, farmacie, eccetera)“. Infine, “la ventilata ipotesi di modulare il Green Pass in relazione allo status vaccinale (prima dose o ciclo completo) e/o ai colori delle regioni introduce ulteriori elementi di complessità difficili da gestire nella pratica“. “Nell’infuocato dibattito sui possibili utilizzi del Green Pass in Italia, annebbiato da posizioni politiche estreme – rileva Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si sono registrate inaccettabili e opportunistiche distorsioni di evidenze scientifiche e dati nazionali sull’efficacia dei vaccini pubblicati dell’Istituto superiore di sanità e di sicurezza pubblicati dell’Agenzia italiana del farmaco“.
Si terrà alle 15 la cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi sul nuovo decreto che alle 16 verrà poi sottoposto alle Regioni. Il consiglio dei ministri si riunirà alle 17.