Covid, il primario calabrese: “siamo preoccupati, pensavamo che con i vaccini andasse meglio. Niente panico per bambini e donne incinte”

"Non abbiamo mai avuto bambini che necessitavano di cure per questo virus. Sappiamo che adesso sta circolando di più nelle fasce d’età più giovani"
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“La malattia non è cambiata, non abbiamo casi che necessitano di ospedalizzazione tra i giovani, non ci sono complicazioni tra i bambini“. Così il dott. Giuseppe Foti, primario del reparto di Malattie Infettive del GOM, di Reggio Calabria, commentando ai microfoni di StrettoWeb il fatto che il nosocomio reggino sia tornato a riempirsi di pazienti malati di Covid-19. Dopo le notizie che rimbalzano dalla vicina Sicilia proprio sui ricoverati in età pediatrica, si legge nell’intervista, Foti è chiaro: “qui a Reggio non vediamo nulla del genere, nè adesso nè nelle precedenti ondate. Non abbiamo mai avuto bambini che necessitavano di cure per questo virus. Sappiamo che adesso sta circolando di più nelle fasce d’età più giovani, è estate e i ragazzi hanno una grande vita sociale, anche lo scorso anno d’estate l’età media del contagio era diminuita come quest’anno nei mesi estivi, ma bisogna anche considerare che sotto i 12 anni non è possibile fare le vaccinazioni, quindi i bambini non hanno il beneficio dato dal vaccino. In ogni caso pur essendoci più contagi, al momento non riscontriamo alcun ricovero“.

Si tratta dunque dell’ennesima conferma del fatto che il virus, pur circolando molto tra i giovanissimi, non porta a gravi conseguenze in questa fascia di età: rimangono perlopiù asintomatici o, nei casi peggiori, paucisintomatici con qualche sintomo influenzale di breve durata.

E Foti fa il punto anche sulle donne in gravidanza, in seguito alle notizie che giungono da tutta Italia. Nel bollettino ufficiale del GOM vengono segnalati da due giorni tre pazienti Covid nel reparto di Ostetricia e Ginecologia: “nulla di nuovo – spiega Foti – dall’inizio della pandemia abbiamo sempre avuto donne in gravidanza che risultano positive al tampone e quindi vengono inserite nel bollettino seguendo le linee guida ministeriali, ma non sono malate di Covid, sono semplicemente positive al tampone. Hanno l’infezione, ma non hanno alcun sintomo e alcuna complicanza, in linea di massima si tratta di giovani donne, quindi non sono esposte alle forme più gravi del virus. Qui in ospedale non abbiamo mai avuto donne incinta con complicanze per Covid; si tratta semplicemente – come nel caso di questi giorni – di tre giovani donne che sono entrate in reparto per partorire o per una loro normale attività ginecologica di routine e sono risultate positive al tampone che è obbligatorio per l’ingresso in ospedale, ma senza complicazioni da Covid altrimenti sarebbero curate negli altri reparti. Ci sono molte ragazze di quell’età positive in giro nella provincia, ma quelle in gravidanza vengono in ospedale per i controlli e quindi devono essere sottoposte al tampone e la positività emerge più delle altre loro coetanee non incinta che non hanno motivi per andare in ospedale o fare i tamponi“.

In merito alla situazione epidemiologica in città e a quella del Gom, in particolare, Foti spiega: “Il fatto di avere così tanti ricoverati con più del 65% dell’intera cittadinanza vaccinata e più dell’85% degli over-60 vaccinati è una brutta notizia. Rispetto alle vaccinazioni, la popolazione ha risposto e sta rispondendo molto bene. I numeri sono elevatissimi. Pensavamo che il 60% di vaccinati bastasse per creare l’immunità di gregge, invece l’emergere di nuove varianti che hanno ridotto l’efficacia dei vaccini (secondo gli ultimi studi, dal 95% al 60% ndr), sta facendo comunque circolare molto il virus e determinare anche tanti ricoveri. Probabilmente per il Covid, alla luce delle varianti, la percentuale dei vaccinati per darci quella famosa agognata immunità di massa deve essere superiore rispetto agli altri virus, ma questo lo stiamo vedendo soltanto adesso, con le ultimissime evidenze“.

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